L’ipnosi entra in sala operatoria, 82enne operata senza anestesia

di Rosanna Pasta

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L’ipnosi entra in sala operatoria, 82enne operata senza anestesia

| giovedì 31 Ottobre 2019 - 16:03

L’ipnosi entra in sala operatoria al posto dell’anestesia. Non è fantasia ma è quanto accaduto all’ospedale Niguarda di Milano.

La paziente è una donna di 82 anni, che, mentre le veniva sostituita una valvola aortica, sognava le corse in campagna con la sua capretta da bambina.

L’ipnosi entra in sala operatoria, 82enne operata senza anestesia

Un’ora sotto i ferri per sostituire la valvola aortica senza anestesia. Non è stato necessario sedarla. O meglio, non era possibile nonostante questo tipo di operazione lo richieda.

La signora di 82 anni, infatti, non poteva essere sottoposta ad anestesia  a causa di uno stato di sofferenza polmonare legato a una broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) e agli esiti di una recente polmonite. Oltre a questo, una particolare conformazione anatomica del collo, in caso di complicanze, avrebbe reso difficile l’intubazione.

Nessun danno per la paziente

La paziente – che “per tutta la durata dell’intervento ha mantenuto un’ottima stabilità dei parametri respiratori ed emodinamici (quelli che preoccupavano in caso di sedazione)”, informano dalla struttura sanitaria – ha spiegato di non avere sentito “alcun fastidio”.

Inoltre la signora ha raccontato di aver fatto con la mente un viaggio indietro nel tempo fra i paesaggi della sua giovinezza. “I colori erano molto vividi”, ha detto, riferendo di “un profumo di limoni selvatici”.

L’operazione

L’operazione senza anestesia è avvenuta nella sala ibrida di Niguarda, sotto la regia dell’équipe d’ordinanza solitamente presente in questi casi. C’erano infatti cardiochirurghi, anestesisti, tecnici di radiologia e infermieri.

Una nota riporta, però, che non c’è stato “nessun ricorso ai farmaci dell’armamentario anestesiologico, se non una piccola dose di anestetico locale per le punture sulle gambe, punti di accesso per la risalita dei cateteri fino al cuore per la sostituzione valvolare”.

La procedura, infatti, è solitamente mini-invasiva. Si esegue con l’impiego di cateteri sottilissimi che viaggiano all’interno del corpo trasportando una valvola di bio-materiale auto-espandibile, spinta fino alla sede in cui soppianterà quella malata.

“Il punto di accesso è l’arteria femorale – descrive Giuseppe Bruschi, cardiochirurgo del team diretto da Claudio Russo – Da lì, sotto guida angioscopica e fluorografica, navigando nei vasi sanguigni si raggiunge la valvola cardiaca danneggiata che viene sostituita da quella nuova sfilata dal catetere”.

L’ipnosi sostituisce l’anestesia

Generalmente in questo tipo di operazione, i pazienti vengono sedati per essere immobilizzati e non avvertire alcun fastidio. Così facendo i medici possono agire con il massimo grado di efficacia e sicurezza. Per l’82enne invece si è preferita l’ipnosi.

A indurla è stata Sandra Nonini, specialista dell’Anestesia e rianimazione 3 diretta da Maria Pia Gagliardone, che ha conosciuto l’ipnosi a uso medico durante un’esperienza lavorativa in Francia e ora si sta perfezionando a Torino.

“Ho fatto concentrare la paziente su un punto – ricorda – e l’ho portata a lavorare sulla respirazione. Quindi l’ho portata a immaginare di trovarsi nel suo luogo sicuro. In questo stato di trance, che è ben diverso dal sonno, abbiamo potuto completare l’intervento grazie a uno stato di immobilità tenuto dall’inizio alla fine della procedura”.

L’ipnosi è praticabile sull’80% dei pazienti

L’ipnosi in sala operatoria al posto dell’anestesia è praticabile sull’80% dei pazienti. La pratica è molto diffusa all’estero e sta prendendo il volo anche in Italia.

Non tutti però possono subirla. “Non tutte le persone sono ipnotizzabili – spiega Nonini – Lo è circa l’80%”. Inoltre,”ci sono diversi test a cui sottoporre il soggetto preventivamente”.

“E’ importante anche che ci sia un colloquio con il paziente prima della seduta – precisa l’esperta – per spiegare nel dettaglio e fugare ogni eventuale dubbio”.

Nonini. secondo quanto riporta Adnkronos, racconta di aver “sentito parlare per la prima volta di ipnosi durante un’esperienza lavorativa in Francia, dove questa pratica è molto utilizzata non solo per procedure chirurgiche, ma anche ambulatoriali come ad esempio le medicazioni nei gravi ustionati. Incuriosita da questa tecnica mi sono avvicinata al mondo dell’ipnosi usata in ambito medico, e oggi mi sto specializzando presso un centro a Torino”.

L’anestesista tiene a chiarire che “l’ipnosi rimane comunque una via complementare e non alternativa alle normali tecniche anestesiologiche. Va inoltre sottolineato come le procedure mediche sotto ipnosi stiano a poco a poco prendendo piede anche in Italia, con diverse applicazioni in ambito chirurgico e non solo”.

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