Crescono gli investimenti, è stabile la spesa media familiare in Italia per la fornitura d’acqua, ma il Sud necessita di un piano strutturale per sopperire alla percezione di un servizio più scadente.
Acqua, investimenti in crescita ma il Sud è ancora indietro
Sono queste le indicazioni che giungono dal Blue Book 2019, la monografia dei dati del servizio idrico integrato, promosso da Utilitalia e realizzato dalla Fondazione Utilitatis, in collaborazione con l’Istat.
Con il trasferimento delle competenze di regolazione e controllo all’Arera – Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, gli investimenti realizzati hanno registrato una crescita costante, arrivando a 38,7 euro per abitante nel 2017, con un aumento del 24% negli ultimi 7 anni.
Secondo Giovanni Valotti, presidente di Utilitalia, i dati sono positivi, ma sarebbe opportuno che nelle regioni più arretrate si realizzasse un processo di aggregazione dei piccoli soggetti in favore di grandi aziende capaci di produrre investimenti più corposi.
L’84,6% delle famiglie si ritiene molto o abbastanza soddisfatta del servizio. Una percentuale che però scende sensibilmente quando si parla di Sud e Isole. Per la fornitura di acqua nelle abitazioni, ogni famiglia ha speso in media 14,65 euro (14,69 nel 2017).
Le perdite di rete stimate nel 2016 – secondo i dati Utilitalia – sono superiori al 42%, mentre il 60% delle infrastrutture è stato messo in posa oltre 30 anni fa e il 25% di queste supera i 50 anni.
(ITALPRESS).
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