Da che mondo è mondo gli accordi per la tutela e la garanzia dei lavoratori si chiudono sentite tutte le parti in causa, nel caso specifico le rappresentanze sindacali, ma che si faccia escludendo quelle che hanno avuto più a cuore i diritti dei lavoratori può anche fare infuriare.
Quello che è successo alla FIALS che forse l’assessore alla regionale alla Salute, Ruggero Razza, ha dimenticato di invitare, insieme a Cgil, Cisl e Uil, alla riunione convocata domani mattina per discutere la stabilizzazione dei 647 contrattisti precari dell’ASP di Palermo.
«L’ennesimo tentativo, da parte della pubblica amministrazione di chiudere accordi con chi, in questi anni, non ha rappresentato bene i lavoratori. Non possiamo accettare un tale atto di sfida nei nostri confronti – afferma Giuseppe Forte, rappresentante FIALS ASP Palermo, unico sindacato insieme anche alla CISAL a combattere per i precari dell’ASP Palermo –. Non mi è mai capitato, da quando faccio sindacato. Stiamo tornando indietro nel tempo, agli anni ’60, quando si convocava chi si voleva. L’assessore, però, se ne faccia una ragione. Non si fanno differenze perché, in tal caso, si parla di condotta antisindacale».
AVANTI TUTTA sarà il mantra di domani davanti al palazzo dell’assessorato regionale perché i contrattisti precari non molleranno.
«C’è in pericolo il nostro futuro – dicono gli stessi i lavoratori – ma sopratutto è in pericolo la democrazia».
«Saremo lì con tutta la delegazione FIALS – aggiunge Forte – chiedendo ai lavoratori di essere compatti. Solo attraverso un’azione comune potremo arrivare alla vittoria e a eliminare la vergogna di quanto sta accadendo nella città di Palermo, non nel resto dell’Isola. Valuteremo anche le ulteriori azioni che si renderanno necessarie, per giungere alla conclusione della vertenza che necessita la previsione di un piano di stabilizzazione certo per tutti i 647 contrattisti, al fine di evitare ulteriori manifestazioni e azioni di sciopero che porterebbero sicuramente disagi all’utenza e a tutta la Provincia di Palermo».