Una zebra a pois è nata nella riserva faunistica Masai Mara (o Maasai Mara), in Kenya. Chissà se Mina, nel giugno del 1960, aveva immaginato che un giorno sarebbe nata veramente una zebra a pois come nella sua canzone.
Le foto del cucciolo, pubblicate ieri su Facebook da Wildest Africa, stanno facendo il giro del web suscitando stupore, tenerezza e valanghe di commenti. Il cucciolo a pois è stato notato per la prima volta da una guida che lo ha “battezzato” con il proprio soprannome: Tira.
La riserva faunistica Masai Mara è molto famosa perché ospita tutte le cinque specie più famose della savana africana: leoni, leopardi, elefanti, bufali e rinoceronti. Adesso verrà ricordata anche per la nascita di una zebra a pois.
Non si sa ancora se il cucciolo sia femmina o maschio. Oltre ai pois che hanno preso il posto delle strisce, l’animale presenta altre caratteristiche particolari. Il suo mantello, infatti, ha i colori invertiti: non è bianco ma nero-bruno e le macchie, invece, sono bianche e non nere.
Si tratta di una variazione sul tema della zebra melanica. In buona sostanza è una mutazione genetica che porta alla colorazione scura. È capitato in passato l’avvistamento di altre zebre melaniche, confermato da fotografie.
Il fenomeno è legato anche al cambiamento climatico. Sembra infatti che più fa caldo, più aumentano le strisce nere sulle zebre. Il cucciolo nato nel Masai Mara, col suo mando scuro, potrebbe essere l’ennesima conferma che ci stiamo muovendo verso un eccessivo surriscaldamento.
Il cucciolo a pois non è l’unica stravaganza nel mondo delle zebre. È documentata, infatti, anche l’esistenza di alcuni esemplari mondo bianchi, con striature rossicce o grigio cenere anziché nere. Alcune volte addirittura, nascono zebre sul cui mantello le strisce sono in parte sostituite da macchie più o meno allungate. Ma questo fenomeno è molto più raro.
Una zebra a pois come quella nata nel Masai Mara tuttavia ha pochi precedenti. Spesso inoltre le zebre con colorazioni anomale hanno vita breve o non sono accettate dal branco. Stavolta sembra che almeno l’ultimo problema non si ponga.