“Non mi sono ritirato“. Ezio Bosso, all’indomani del suo intervento alla Fiera del Levante, lo chiarisce con un post su Facebook.
“Ve lo chiedo: se mi volete bene, smettete di scrivermi che vorreste vedermi al pianoforte. Non sapete la sofferenza che mi provoca, perché non posso, ho due dita che non rispondono più bene e quindi non posso più dare alla musica abbastanza”. Aveva detto così il pianista e direttore d’orchestra. Poi aveva aggiunto: “E nel momento in cui saprò di non riuscire più a gestire un’orchestra smetterò anche di dirigere”.
Immediata la risonanza mediatica che ha avuto il suo intervento. Così, qualche ora dopo Bosso, che soffre di una patologia neurodegenerativa, ha sentito l’esigenza di spiegare meglio le sue parole.
“Chiariamoci bene – scrive su Facebook -: sono molto felice perché faccio il mio mestiere di direttore. Ieri abbiamo parlato di tante cose belle all’incontro, di etica, società, bellezza e soprattutto di musica. E facciamo cose ancor più belle con le orchestre. Quelle che sogno e ho sognato tutta la vita”.
Le sue parole sono state interpretate da alcuni come un abbandono totale della musica. “Purtroppo è stato dato inutile risalto in maniera sciacalla come sempre al pregiudizio su di me. E questo si che fa male”, ha continuato Bosso. “Ho solo risposto (come dovreste aver notato) che non faccio più concerti da solo al pianoforte perché lo farei peggio che mai e già prima ero scarso cosa che avevo già annunciato 2 anni fa”.
Poi la precisazione. “Ma continuo a fare musica e meglio di prima! Non mi sono ritirato. Sono felice di ciò che faccio tantissimo! Ma mi addolora quando si insiste col pianoforte perché non so dire di no, faccio molta fatica e non ho abbastanza qualità. Ma soprattutto perché non si vede la bellezza di altro, quello per cui lotto. E mi addolora che per quanto combatta contro le strumentalizzazioni, si scade sempre in quel pietismo sensazionalistico e queste cose si che mi farebbero ritirare davvero…”.