Un dritto inside in, uno incrociato, la discesa a rete, la volée che lascia l’avversario di sasso. Una prima di servizio vincente. Così, dopo quattro ore di gioco, Matteo Berrettini ha prenotato la sua prima semifinale slam sul cemento degli US Open. Con due vincenti, andando a prendersi il punto, come fanno i campioni. Al termine di una partita logorante dal punto di vista fisico e mentale.
Una sfida all’ultimo colpo, che sembrava scivolare via dalle mani quando, al momento di servire per il match sul 5-3 nel quinto, Berrettini ha tremato, concedendo a Gael Monfils la possibilità di rientrare in partita. Tre i match point sprecati, uno al servizio (fallito con doppio fallo), due salvati dal francese nel dodicesimo game, per portare la partita al tiebreak.
Qua, però, ha prevalso il coraggio del ventitreenne romano, agevolato dai doppi falli dell’avversario. Matteo, adesso sogna e sogna in grande. Il successo di oggi lo proietta virtualmente a un passo dalla Top 10, obiettivo alla portata nel finale di stagione. Un finale di stagione che, con dei buoni risultati indoor, potrebbe portare dritto a Londra, per le ATP Finals.
Prima, però, bisogna pensare a New York. Gli US Open non sono infatti finiti. C’è una semifinale da giocare, contro il vincitore della sfida tra Nadal e Schwartzman. Verosimilmente sarà Rafa, e sarà una sfida ai limiti dell’impossibile. Ma in questa edizione del torneo newyorkese ne sono successe di ogni, e allora perché non provarci? Ci sarà tempo, poi, per guardare al ranking, alla race e al portafoglio.