Il Re è nudo. E dolorante. Novak Djokovic è costretto ad arrendersi al dolore alla spalla sinistra che lo ha tormentato nelle ultime settimane. Nel match di ottavi di finale agli US Open contro Stan Wawrinka, il serbo si è ritirato nel corso del terzo set, dopo aver perso i primi due parziali. Quasi un ritorno alle origini per Nole, che a inizio carriera più di una volta era stato criticato per una tendenza a gettare la spugna troppo presto.
Stavolta, però, c’è poco da criticare. Djokovic aveva già avuto forti dolori contro Londero, mascherati meglio nel match con Kudla. Era difficile, però, aspettarsi che potesse arrivare fino in fondo. E così è stato. Il primo avversario di livello, Stan Wawrinka, ha messo in evidenza i limiti fisici del numero 1 ATP. Per Stan, campione a New York nel 2016, una bella iniezione di fiducia in vista dei quarti con un Medvedev stanco, ma sempre pericoloso.
L’altro quarto di tabellone maschile già definito è quello tra Roger Federer e quello che doveva essere il suo erede. Il campione svizzero ha avuto la meglio in appena un’ora e venti su David Goffin. Appena quattro i giochi lasciati sul piatto da Re Roger, che affronterà adesso Grigor Dimitrov, tempo fa definito “baby Federer”. Vista l’eliminazione di Djokovic con Wawrinka, una grande chance per il 20 volte campione slam di aggiornare il proprio conto.
Nel torneo femminile, invece, l’attesa è tutta per Serena Williams. Dopo un ottavo sul velluto contro Petra Martic, la regina del tennis se la vedrà con Qan Wang, che ha eliminato a sorpresa Ash Barty. Così, il 24° slam e il record di Margaret Court sembrano più vicini. Ancor meglio se ciò avvenisse sul cemento di casa, agli US Open. Esce di scena, invece, Madison Keys, finalista due anni fa e sconfitta da un’Elina Svitolina in grande condizione.
Oggi, nella notte italiana, sarà il turno di Matteo Berrettini. L’azzurro, dopo una vittoria sofferta con Popyrin, affronta un altro dei migliori prospetti della sua generazione in Andrey Rublev.