Spunta una testimonianza inedita di Marlon Brando su Michael Jackson. L’attore, davanti agli inquirenti a Los Angeles, rilasciò una testimonianza giurata nel 1994 in cui conferma la pedofilia di Jacko.
A rivelarlo è il Los Angeles Times. Inoltre scrive che il documento verrà rivelato nell’episodio finale di un podcast realizzato da Brandon Ogbor, ‘Telephone Stories: The Trials of Michael Jackson’, in programma da domenica sul sito Luminary.
Marlon Brando confermò la pedofilia di Michael Jackson
Brando parlò volontariamente e candidamente di Michael Jackson con i magistrati nel 1994. A quei tempi, infatti, il cantante era sotto indagine per presunte molestie ad un ragazzino. Fu convocato dalla procura di Los Angeles, che era venuta a sapere della “relazione speciale” tra Jacko e la star del cinema. Inoltre il figlio Miko faceva da autista a Jackson. Pare che quest’ultimo insegnasse a danzare a Brando, che in cambio gli dava lezioni di recitazione.
Nella testimonianza rilasciata, Marlon Brando rivela dettagli di una cena avuta con la popstar nella sua lussuosa magione a Neverland Ranch, nei dintorni di Santa Barbara in California. L’attore ha confessato agli inquirenti che inizialmente aveva pensato che Jackson fosse gay. In seguito, però, era “molto ragionevole concludere che poteva aver avuto qualcosa a che fare con quei ragazzini”.
A cena Brando si spinge oltre. L’attore arriva a chiedere a Jackson del suo rapporto con il padre, delle sue inclinazioni sessuali, dei suoi interessi per quei tanti giovani che l’attore incrocia nei sentieri di Neverland. “Mi ero da tempo convinto che Michael fosse gay ma quella sera ebbi la netta impressione che egli aveva davvero a che fare con quella storia dei ragazzini”, dirà Brando.
Ogbor ha verificato l’autenticità della deposizione con Lauren Weis, uno dei due procuratori che indagarono sul cantante.
Jackson, che morì nel 2009 e oggi avrebbe avuto 61 anni, è stato indagato per due volte per molestie contro i minori. La prima volta non è stato processato; la seconda, nel 2005, andò a processo ma venne prosciolto da tutte le accuse.