La frontiera della sanità italiana ha raggiunto un nuovo traguardo. A Bergamo, infatti, è stato impiantato il più piccolo pacemaker al mondo su un paziente di 14 anni. L’Italia si aggiudica così un record mondiale.
L’operazione è avvenuta all’interno dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Qui, infatti, l’équipe di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione cardiaca ha compiuto un piccolo miracolo impiantado il più piccolo pacemaker al mondo a un ragazzo di soli 14 anni.
Si tratta del paziente più giovane ad essere sottoposto a una simile operazione in Italia. Il secondo caso al mondo. Il minore era affetto da asistolia. A causa di questa malattia il suo cuore cessava di battere per alcuni secondi, mettendo la vita del giovane in serio rischio. Il ragazzo soffriva di asistolia fin dall’età di sette anni. Ora, grazie all’impianto che i medici hanno definito “invisibile”, anche lui potrà condurre una vita normale.
La tecnologia utilizzata è grande poco più di due centimetri (meno di un decimo dei pacemaker tradizionali), del peso di due grammi e senza filo, con una batteria che garantisce per circa una decina di anni l’emissione di impulsi elettrici in grado di regolarizzare il battito cardiaco.
Dopo un episodio notturno in cui il cuore del giovane ha cessato di battere per ben 18 secondi, i medici Paolo De Filippo, responsabile dell’unità, con la collega Paola Ferrari, aritmologa specializzata sulle patologie pediatriche, parlano con la famiglia.
I medici prendono una decisione ben precisa: nessun pacemaker tradizionale. Viene invece scelto un sistema di stimolazione cardiaca miniaturizzato, la più piccola cardiocapsula al mondo. Con un dispositivo tradizionale, infatti, il ragazzo sarebbe stato salvato ma non avrebbe potuto condurre una vita normale. Per prima cosa, per esempio, non avrebbe più potuto praticare sport e avrebbe dovuto abbandonare il calcio che ama tanto.
Grazie alla tecnologia avanzata e all’esperienza dei medici, il quattordicenne è fuori pericolo e potrà condurre una vita come quella dei suoi coetanei, senza dover temere che un’emozione un po’ più forte blocchi per sempre il suo cuore.