Una nuova fumata grigia sull’asse Pd-M5S. Non sono bastate 4 ore di vertice ieri sera a Palazzo Grazioli per raggiungere un accordo di governo. Le due forze politiche torneranno a incontrarsi stamattina. I dem parlano di “strada in salita sul programma”, mentre i pentastellati tengono il punto su Conte e avvertono: la pazienza ha un limite. Salvini intanto accusa: il ribaltone era pronto da tempo. Oggi pomeriggio al via il secondo giro di consultazioni di Mattarella, con M5S che salirà per ultimo al Colle domani sera.
Il M5S – apprende Ansa.it – sarebbe intenzionato a testare sulla sua piattaforma Rousseau il parere degli iscritti, la pancia storica del suo mondo. La data non è stata fissata, ma il voto online sembra un passo necessario.
Si avvalora sempre più l’ipotesi che ad affiancare Conte vada un solo vice del Pd, magari – sarebbe la prima volta di una donna – la vicesegretaria Paola De Micheli o il vicesegretario Orlando. Ma la discussione sarebbe ancora aperta, così come sul dicastero che assumerà Di Maio (non c’è dubbio che sarà ministro, rimarcano i pentastellati). Quanto a Zingaretti, dal Nazareno ribadiscono con fermezza che – nonostante le pressioni venute anche dai Dem – non entrerà al governo ma resterà in Regione.
“Non può essere un nome a far saltare una sfida così importante“. Lo afferma Roberto Speranza, segretario di Articolo 1, ex dem, in un’intevista a Repubblica in cui invita Zingaretti, di cui “apprezza il lavoro”, a mantenere salda la rotta verso una intesa con i 5Stelle “che credo sia utile al Paese”.