Proseguono le consultazioni al Quirinale per la risoluzione della crisi di governo. Oggi attesi al Colle i maggiori partiti: Fdi, Pd, Fi, Lega e M5S. La via maestra è quella del voto, anche se Matteo Salvini lancia ancora segnali di apertura verso il M5S. È questo l’esito delle consultazioni della Lega dal Presidente della Repubblica: “La crisi va risolta all’insegna di decisioni chiare e in tempi brevi”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nelle dichiarazioni al termine delle consultazioni, ricordando come “sono possibili soltanto governi che ottengano la fiducia del Parlamento, in base a valutazioni e accordi politici dei gruppi parlamentari su un programma per governare il Paese. In mancanza di queste condizioni, la strada da percorrere è quella di nuove elezioni. Si tratta di una decisione da non assumere alla leggera. Nel corso delle consultazioni appena concluse – fa presente Mattarella -, mi è stato comunicato da parte di alcuni partiti politici che sono state avviate iniziative per un’intesa, in Parlamento, per un nuovo governo e mi è stata avanzata la richiesta di avere il tempo di sviluppare questo confronto. Anche da parte di altre forze politiche è stata espressa la possibilità di ulteriori verifiche. Il presidente della Repubblica ha il dovere di non precludere l’espressione di volontà maggioritaria del Parlamento. Al contempo, ho il dovere di richiedere, nell’interesse del Paese, decisioni sollecite. Svolgerò quindi nuove consultazioni che inizieranno nella giornata di martedì prossimo per trarre le conclusioni e per assumere le decisioni necessarie”, conclude il presidente della Repubblica.
Di Maio e tutti i possibili scenari: il M5S tratta con tutti
“In queste ore sono state avviate tutte le interlocuzioni necessarie per trovare una maggioranza solida che converga su dieci punti, noi non lasciamo la nave affondare e che a pagare la crisi siano gli italiani”. Lo ha detto il capo politico del M5S Luigi Maio al termine delle consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “I cittadini ci hanno votato per cambiare l’Italia e non per cambiare il M5S. La fine del Governo ha bloccato riforme importanti” ha aggiunto Di Maio.
“Quella del voto è un’ipotesi che non ci intimorisce, ma non può essere una fuga dalle promesse fatte agli italiani. Al capo dello Stato abbiamo portato le nostre preoccupazioni per l’economia, c’è il rischio di tornare a una crisi come nel 2008” rivendicando di avere la “maggioranza in Parlamento”. Quindi, Di Maio ha elencato i dieci obiettivi: in testa il taglio dei parlamentari (“non la daremo vinta a chi vuole tenerseli”), quindi una manovra equa che preveda lo stop dell’Iva e il taglio del cuneo fiscale, il cambio di paradigma sull’ambiente con un’Italia 100% rinnovabile, una legge sul conflitto di interessi, la riforma della Rai, dimezzamento dei tempi della giustizia, autonomia differenziata e riforma degli enti locali, lotta alle mafie, piano straordinario di investimenti per il sud, riforma del sistema bancario e tutela dei beni comuni”.
Salvini chiede il voto, ma apre a un possibile governo gialloverde bis
“Oggi la via maestra non sono i giochi politici e di palazzo, ma sono le elezioni. Fino a qualche legislatura fa si sarebbe fatto finta di niente, ma l’Italia non può permettersi di perdere tempo. Abbiamo letto ipotesi con il solo collante di tenere fuori Salvini e Lega” ha detto Salvini al termine dell’incontro con il Capo dello Stato. “L’Italia non può avere un governo che litiga, i troppi no hanno portato allo stop di questa esperienza di governo, che tante cose buone ha fatto” le parole del leader leghista.
“Ho scoperto in questi giorni che qualcuno voleva fare una manovra economica coraggiosa. Aver scoperchiato il vaso è servito agli italiani per capire, ho raccolto una serie di insulti, me ne faccio carico volentieri. Ho detto al presidente della Repubblica che un accordo contro per tirare a campare, Pd- Cinquestelle è la vecchia politica” ha aggiunto Salvini, che lascia ancora aperte le porte per al M5S. “Se qualcuno mi dice miglioriamo la squadra, miglioriamo il programma, diamoci un obiettivo, ho detto che sono uomo concreto, non porto rancore. Ma sarebbe irrispettoso far rientrare dalla finestra Renzi, Boschi e Boldrini. La voglia di chiarezza non era un mio capriccio, è orgoglio”.
Zingaretti chiede un Governo di svola: “Altrimenti il voto”
Governo di svolta o voto. È la linea che il Pd ha tracciato nel corso delle consultazioni con il Presidente Mattarella. “Abbiamo espresso al Capo dello Stato la disponibilità a verificare la formazione di una diversa maggioranza per dare vita a un governo nel segno della discontinuità. Non un governo a qualsiasi costo, quello che serve è un governo di svolta, alternativo alle destre, con un programma nuovo e solido e un’ampia base parlamentare che possa dare speranza agli italiani” ha detto Zingaretti.
“Riteniamo utile provare a dare vita a un governo di svolta e abbiamo indicato al Presidente i primi non negoziabili principi a cui il nuovo governo dovrebbe rifarsi, tra cui la chiara e indiscussa scelta europeista e l’impegno a costruire una Europa profondamente rinnovata all’insegna dello sviluppo, lavoro e solidarietà, il pieno riconoscimento e difesa della democrazia rappresentativa a partire dal valore della centralità del Parlamento, una svolta radicale delle scelte economiche e di sviluppo, evitare ulteriori inasprimenti fiscali a partire da quello dell’Iva, una svolta infine con l’Ue nell’organizzazione e gestione dei flussi migratori rispetto ai decreti che si sono approvati in questa legislatura”. Zingaretti aggiunge che “se non dovessero esistere le condizioni per un governo di svolta lo sbocco naturale della crisi sarebbe il voto”.
La Meloni (FdI) chiede il voto: “Avremmo la maggioranza”
“Le elezioni sono oggi sono l’unico esito possibile dell’Italia”. Lo ha detto Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia al termine delle consultazioni con il Presidente Mattarella. “Aggiungo anche che sono l’esito più rispettoso per la Costituzione. “Andare a votare è l’unico modo di avere un governo stabile”, ma “se si dovesse affidare un mandato dovrebbe andare a un esponente del centrodestra perché più affine alla volontà popolare”.
Per Meloni “se si andasse al voto avremo un governo coeso con numeri importanti, una visione compatibile che durerebbe 5 anni, tutto il resto è destinato a durare l’arco di qualche mese” ha proseguito. Meloni conferma la contrarietà alla nascita di un governo Pd-M5S. “L’ipotesi di un governo Pd-M5S è oscena, non è quello che vogliono gli italiani. Credo che gente che fino a ieri si insultava difficilmente potrà andare d’accordo a lungo, la politica è una cosa seria“. La leader di Fratelli d’Italia ha sentito Matteo Salvini. “L’ho sentito, penso che se si andasse al voto ci sarebbe sicuramente una compagine formata da FdI e Lega, vedremo cosa fa Forza Italia, e sicuramente sarebbe già maggioritaria”.
Intanto Zingaretti apre alla trattativa con i 5S, proponendo un programma di cinque punti e chiedendo massima discontinuità rispetto al passato: niente Conte bis e una squadra tutta nuova. Salvini prende le distanze dagli ex-alleati: “Abbiamo idee che non era possibile realizzare insieme, a partire dalla flat tax“. Evasivo su probabili intese con tutta l’area di centrodestra e con Berlusconi: “Ora lavoriamo al programma, aspettiamo le decisioni di Mattarella”.
Berlusconi: “Si costituisca una maggioranza di destra”
“Occorre costituire in Parlamento una maggioranza di centrodestra che corrisponda al sentire degli italiani, qualora non sia possibile realizzarla la strada maestra è una sola: elezioni anticipate“. È la posizione di Forza Italia, rivendicata dal leader Silvio Berlusconi al termine del colloquio con Mattarella al Quirinale nel secondo giorno di consultazioni. “Abbiamo manifestato al Capo dello Stato la nostra preoccupazione per questa crisi di governo, aperta in un momento delicato per la nostra nazione. Un governo non può nascere in laboratorio, non può funzionare se basato un un contratto. Siamo davanti al rischio di una maggioranza che non rispecchia la volontà degli italiani” ha detto Berlusconi che ha rilanciato proponendo “il modello di centrodestra, maggioranza naturale degli italiani, confermato dalle tornate elettorali dell’ultimo anno. In nessun caso Forza Italia è disponibile a partecipare ad alleanze con chi abbiamo contrastato in campo elettorale e che mostrano una visione diversa”. Berlusconi ha anche messo in guardia su alcuni rischi in caso di governo Pd-M5S. “Un governo sbilanciato a sinistra sarebbe pericoloso per le imprese, la sicurezza, la garanzia e la libertà dei cittadini. Esiste il rischio concreto che di fronte a difficoltà di bilancio si ricorra a una patrimoniale”.
Con la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati è partita ieri la prima giornata, poi è entrato il presidente della Camera Roberto Fico. A seguire i colloqui con i gruppi parlamentari, a partire dal Gruppo delle Autonomie (Svp, Patt e Uv) del Senato il quale si è detto”disponibile a sostenere un governo” con maggioranza incentrata su M5sSe Pd.
L’appoggio però è condizionato: la maggioranza dovrà avere “una forte impronta europeista”, anche perché le elezioni rischiano di portare all’esercizio provvisorio e all’aumento dell’Iva, hanno detto la presidente del Gruppo Julia Unterberger e il vice Albert Laniece.