Alarm Phone segnala un possibile naufragio “nel Mediterraneo”. “Ieri un pescatore – scrive su twitter – ci ha detto che una barca si è capovolta al largo della Libia. Dice di aver salvato 3 persone e di aver visto tanti corpi. I sopravvissuti parlano di più di 100 persone a bordo. Non abbiamo ancora conferme ma temiamo un’ennesima tragedia“. Intanto braccio di ferro tra Open Arms e il governo italiano sul destino dei 107 migranti a bordo. La ong ha accettato l’offerta del governo spagnolo di trasferire le persone nel porto iberico di Minorca manifestando però contrarietà ad una traversata con la propria nave o all’impiego di altre imbarcazioni.
“Dopo 18 giorni di assoluto silenzio i due governi sembrano muoversi. Perfetto, che si prendano le loro responsabilità. Da parte nostra c’è completa disponibilità a trasferire le persone a bordo delle loro imbarcazioni, però su quali imbarcazioni? Dopo 18 giorni mettiamo queste persone a bordo di navi comunque anche capaci di fare soccorso, ma che non sono dei traghetti, dove le mettiamo, in coperta? Ancora per terra?”. È quanto infatti ha dichiarato il presidente della ong Open Arms, Roberto Gatti, che ha aggiunto: “Che dopo tanto silenzio si arrivi a presentare delle offerte del genere, è totalmente incomprensibile, totalmente surreale”. La proposta della ong è quella di trasferire i migranti su un aereo.
Tra l’altro – ha sottolineato Gatti – stamattina abbiamo fatto un calcolo, abbiamo provato ad affittare un aereo che da Catania porterebbe le persone a Madrid: un Boeing per 200 persone viene 240 euro a passeggero. Per risolvere il caso Acquarius l’altro anno sono state pagate circa 290 mila euro per la nave della Guardia costiera, per l’altra nave non è stato neanche detto quanto si è speso. Ma di cosa stiamo parlando se non del disprezzo che le istituzioni stanno mettendo in atto con queste persone”.
Sulla vicenda della Open Arms ieri sembrava essersi aperto uno spiraglio. Il premier spagnolo Pedro Sanchez, infatti, aveva proposto il porto di Algeciras per fare attraccare l’imbarcazione. Una soluzione che però era stata respinta dal fondatore di Open Arms, Oscar Camps: “Dopo 26 giorni di missione, 17 in attesa con 134 persone a bordo, un ordine del tribunale a favore e 6 paesi disposti a ospitare, volete che navighiamo per 950 miglia, circa 5 giorni in più, verso Algeciras, il porto più lontano del Mediterraneo, con una situazione insostenibile a bordo?”. Oggi l’ipotesi di Minorca e la posizione della ong che ha accettato il trasferimento in Spagna ad un patto: che ciò non avvenga via mare.
Foto da Twitter.