Il direttore del San Carlo di Napoli, Giuseppe Picone, prende le difese di Eleonora Abbagnato dopo la bufera che si è abbattuta sulla ballerina palermitana. Qualche giorno fa, infatti, i sindacati hanno attaccato l’ex étoile per il suo comportamento denigratorio e offensivo nei confronti dei ballerini da lei diretti.
Direttore del S. Carlo difende la Abbagnato “Forse ha sbagliato ma i sindacati scandalosi”
Eleonora Abbagnato dirige dal 2015 il corpo di ballo dell’Opera di Roma. La sua ultima sfuriata contro i colleghi, però, non è passata inosservata. Il sindacato della Fondazione lirica l’ha quindi accusata di essere irrispettosa e inadeguata al ruolo che ricopre.
“Teatro di m….”, “Andate tutti a fare in c…! Non vi rinnovo il contratto” sono gli insulti che l’Abbagnato avrebbe rivolto ai suoi ballerini, come spiega il sindacato in una lettera, indirizzata al sovrintendente Carlo Fuortes e pubblicata dall’Adnkronos.
“Eleonora Abbagnato ha forse sbagliato. Un direttore artistico deve poter moderare il proprio linguaggio. Ma il comportamento della Rappresentanza Unitaria Sindacale è scandaloso e riprovevole. Un fatto gravissimo. Sarebbe bastato convocare la direttrice del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma e parlarle. E poi ricordo che una comunicazione interna non dovrebbe uscire dal Teatro, quelle carte non potevano essere ‘pubblicizzate’. Sono quasi convinto che ci sia dietro un disegno preciso”.
Lo ha dichiatato all’AdnKronos Giuseppe Picone, alla guida del complesso del San Carlo di Napoli, anche lui come Eleonora Abbagnato, star internazionale, che ha accettato la sfida di tornare in Italia per dirigere la compagnia di un ente lirico.
E ha aggiunto: “È vero che un direttore deve poter dare l’esempio dinanzi ai suoi danzatori, ma Eleonora sta facendo moltissimo per la ‘crescita’ della compagnia del Costanzi. Spettacoli, tournée, autori nuovi e coreografi contemporanei, mai giunti nella capitale come Baryshnikov, Preljocaj, Millepied, Bertaud…. Un lavoro importante, non solo per Roma, ma anche per la danza che tutti noi – ha proseguito Picone – dobbiamo continuare a difendere soprattutto negli enti lirici. Troppi complessi, da Firenze a Verona, hanno già chiuso. Non possiamo permetterci la dismissione di altri corpi di ballo”.