Tra tentativi di sfratto, rimbalzo di competenze e ritardi, dopo 65 anni di storia, domani lo storico bar Santoro di piazza Indipendenza a Palermo, abbassa definitivamente la saracinesca. Ma il patron del locale Piero, classe 1952, uomo timido e schivo, a un giorno dallo sgombero, è ancora lì. Ci aspetta insieme alla fidata Fernanda e alla sorella Rita, dietro le vetrine del suo chiosco, a una manciata di passi tra Palazzo Reale e Palazzo d’Orleans, che con i suoi tavolini all’aperto ha visto anni di gloriosa attività.
“Ho sempre rispettato regole e accordi, il più delle volte, stabiliti unilateralmente dal Comune. Eppure lo scempio è compiuto senza capire il perché. Dal 2018 non ho tregua e nessuna possibilità di interlocuzione con gli uffici competenti”. Su queste parole, implode improvvisamente in un racconto strozzato dal pianto, ma lucido e documentato, descrivendo passo passo la sua lunga storia imprenditoriale. Una parentesi imprenditoriale, quella del bar Santoro, che è anche un pezzo di storia di Palermo che si avvia a scomparire nel nulla, fagocitata dalla burocrazia e dall’indifferenza generale. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI
Riprese video di Marcella Chirchio
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