Il vicepremier e ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, affida a Facebook il suo commento alla relazione sulle condizioni del Ponte Morandi. “Ci sono tante cose all’interno della perizia – sottolinea Di Maio – che mettono i brividi, ma una in particolare: la mancanza per 25 anni di interventi significativi di manutenzione, da quando la competenza ha smesso di essere dello Stato”.
Il suo responso quindi è lapidario: “Bisogna avviare al più presto il procedimento di revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia”, conclude.
Immediatamente, Autostrade per l’Italia replica in una nota alle parole del vicepremier Luigi Di Maio. “Si rigetta in toto ogni accusa generalizzata di mancanza di manutenzione”, scrive.
“Ci si augura – aggiunge la società – che nella fase successiva si possa appurare cosa ha realmente determinato il crollo del Ponte e come mai nessuno dei sistemi e dei consulenti dedicati al monitoraggio abbiano mai evidenziato alcun rischio”. Aspi aggiunge inoltre che “i difetti evidenziati dalla perizia non erano tali da compromettere la tenuta del ponte”.
Alla nota di Autostrade, il vicepremier Di Maio rincara la dose. “Vedo che Aspi mi attacca nuovamente senza alcun motivo, visto che le mie dichiarazioni odierne fanno riferimento alla relazione dei tre periti del giudice per le indagini preliminari sul ponte Morandi” ha scritto il ministro in una nota.
“Non è mia la relazione, questo non è un dibattito politico, ma ci sono delle indagini e dei tecnici che stanno evidenziando delle gravi mancanze. È dunque inutile che Aspi tiri in ballo me o il M5S. Perché qui non c’è nessun complotto. Qui il punto è che o siamo tutti matti oppure Aspi, forse, ha torto. Farebbe meglio a chiedere scusa“.