La ripresa che rallenta, l’eventualità di una recessione e l’emorragia migratoria. Il quadro del Mezzogiorno che emerge dalle anticipazioni del rapporto Svimez, l’associazione per lo sviluppo delle industrie del Mezzogiorno, è poco confortante per i cittadini del Sud Italia.
Si accentua la distanza con il resto del Paese e con gli altri paesi dell’Unione europea, con un deficit di quasi 3 milioni di posti di lavoro che servirebbero per colmare il gap occupazionale col centro-nord. Gli investimenti tengono (+3,1%), ma bisogna tener conto di una forte disomogeneità anche fra le realtà territoriali del sud.
Nel 2018, infatti, crescono a ritmi più alti i Pil di Sardegna (+1,2%), Abruzzo (+1,7%) e Puglia (+1,3%). Molise e Basilicata registrano entrambe un +1,0%, mentre la Sicilia si pone in una fase di crescita intermedia con un trend positivo dello 0,5%. È invece crescita zero per la Campania, mentre la Calabria è l’unica regione d’Italia a registrare un -0,3%. Sullo sfondo appare una recessione (-0,3%) nel 2019. In 15 anni (2002-2017), gli emigrati dal Mezzogiorno sono stati oltre 2 milioni, di cui 132.187 nel solo 2017. Sono più i meridionali che emigrano dal sud che gli stranieri immigrati regolari che scelgono di risiedere nelle regioni meridionali.
(ITALPRESS).