Kim Jong Un dichiara che i due missili lanciati verso il Giappone erano un avvertimento a Seul. A 24 ore dal lancio degli ordigni da parte della Corea del Nord, il leader dichiara che si tratta di un’ “arma tattica di nuovo tipo”, “un avvertimento” ai “militari sudcoreani”.
L’operazione arriva dopo il recente incontro tra Kim e il presidente Usa, Trump, sul confine tra le due Coree che sembrava dare una svolta ai negoziati sul nucleare. Il gesto di Pyongyang esprimerebbe anche contrarietà nei confronti dell’accordo USA-Corea del Sud per esercitazioni comuni.
Seul ha utilizzato il termine, projectiles, generalmente impiegato per non fornire maggiori informazioni sui vettori. Ma la traiettoria, che dalla base di lancio di Wonsan, sulla costa orientale, li ha portati a inabissarsi 430 chilometri a Est nel Mar del Giappone. Sembrerebbe quindi che sia trattato ti missili di corto raggio, come confermato anche da una fonte governativa di Tokyo.
A quanto riferisce Seul, uno dei due missili ha viaggiato per 690 chilometri e appartiene a “un nuovo tipo” che i capi di stato maggiore della Corea del Sud non avevano mai visto prima. L’altro vettore avrebbe viaggiato invece per 430 chilometri, prima di cadere in mare.
I lanci sono stati effettuati alle 5:34 e alle 5:57 ora locale (nella tarda serata italiana, alle 22:34 e 22:57 di mercoledì) dalla penisola di Hodo, vicino alla città di Wonsan (sulla costa nord-orientale coreana), verso il Mar del Giappone.
Intanto il Giappone non ha gradito l’operazione di Kim Jong Un. Il ministro della Difesa giapponese, infatti, Takeshi Iwaya, ha definito l’ultimo test missilistico della Corea del Nord “alquanto spiacevole”.