È morto all’età di 75 anni Rutger Hauer, l’attore olandese che divenne popolare in tutto il mondo per il ruolo del replicante in Blade Runner. Il suo agente lo ha reso noto ad esequie avvenute. Il decesso, infatti, risale al 19 luglio. Nella sua lunga carriera, Hauer ha preso parte a più di 170 pellicole, tra cui Eureka, Ladyhawke e La leggenda del Santo Bevitore.
Rutger Hauer morto a 75 anni, addio all’attore replicante in Blade Runner
Secondo quanto riporta il sito di Variety, Hauer è scomparso il 19 luglio nella sua casa in Olanda dopo una breve malattia. I funerali si sono svolti il 24, giorno in cui è stata diffusa la notizia della morte.
Appassionati di cinema e non solo, ricordano il celeberrimo finale del film Blade Runner, quando il replicante Roy Batty dice: “Ho viste cose che voi umani non potreste immaginare. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione… e i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser… e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire”.
Ai più attenti non è sfuggito un particolare. Hauer infatti è morto nel 2019, anno in cui era ambientato Blade Runner e in cui il suo personaggio, Roy, perdeva la vita.
La vita di Rutger Hauer
Nato nel 1944 a Breukelen (Olanda), figlio di due attori, Arend e Teunke, Rutger cresce insieme alle sue tre sorelle. Inizia la carriera nel 1969 con la serie tv ‘Floris. Seguono alcuni film e ancora lavori per il piccolo schermo, ma è appunto “Blade Runner” (1982) a imporlo all’attenzione del pubblico internazionale.
La sua carriera ebbe una svolta quando il regista Paul Verhoeven gli offrì un ruolo da protagonista nei film ‘Fiore di carne’ nel 1973 e ‘Kitty Tippel… quelle notti passate sulla strada’ nel 1974. Hauer fece il suo debutto a Hollywood nel film ‘I falchi della notte’ del 1981, al fianco di Sylvester Stallone.
Un altro dei suoi ruoli più interessanti è in “The Hitcher – La lunga strada della paura”, film del 1985 di Robert Harmon, in cui interpreta un feroce killer. Nel 1988 vince il Golden Globe per il film tv “Fuga da Sobibor”. L’anno dopo viene premiato come miglior attore al Seattle Film Festival per “La leggenda del Santo Bevitore” di Ermanno Olmi, film vincitore del Leone d’Oro 1988 a Venezia.
Nel film di Ermanno Olmi interpreta la parte di un vagabondo alcolizzato parigino che spira in una chiesa, mentre paga il suo debito con Dio. Nacque in quell’occasione un’amicizia con Olmi che durò fino alla scomparsa di quest’ultimo.
Nei primi anni 2000 Rutger è apparso in parti minori di film importanti, come ‘Confessioni di una mente pericolosa’ nel 2003, ‘Sin City’ e ‘Batman Begins’ nel 2005.
Arrivano poi per l’attore film come “Hemoglobin – Creature Dell’Inferno” (1997) “Il Richiamo della Foresta” (1997), “Strategia Mortale” (1998), “Simon Magus” (1999), “Impulsi Mortali” (2000), “I Banchieri di Dio – il Caso Calvi” (2001) e “Confessioni di una Mente Pericolosa” (2002) in cui alterna con disinvoltura, nonostante un fisico che lo vorrebbe relegato alla sola azione, ruoli da intellettuale, cattivo e romantico.
Un fascino irresistibile. Alto, massiccio, occhi azzurri di ghiaccio, Hauer si è sposato due volte.Dalla prima moglie ha avuto la figlia Aysha (anche lei attrice). Nel 1985 sposa Ineke, scultrice e pittrice. Del suo lavoro diceva: “Bravo e cattivo ragazzo, eroe o antieroe; non mi importa ciò che interpreto, ogni ruolo ha qualcosa di magico”.