È in arrivo la terza stagione dell’attesissima serie tv spagnola “La casa di carta“. Il 19 luglio andranno in onda i nuovi episodi. Ai fan più attenti, però, non sono sfuggiti alcuni errori e incongruenze a livello di trama nelle prime due stagioni.
Le critiche
Le prime due stagioni hanno raccontato di un gruppo di otto persone che vengono reclutate da un misterioso Professore con l’obiettivo di eseguire la rapina più importante di sempre: irrompere nella Zecca di Stato a Madrid e rubare 2,4 miliardi di euro.
La serie tv, seppur amata da molti, è stata criticata da tanti altri per la poca credibilità di alcuni eventi e situazioni. Se da un lato il comportamento della polizia non si dimostra mai all’altezza, dall’altro i rapinatori sembrano tutti molto impreparati, tranne Berlino. Eppure la squadra è stata scelta con la massima cura dal Professore.
Anche i modi in cui lo stesso Professore riesce a salvarsi ogni volta sembrano fin troppo fortuiti. Spesso appare ormai spacciato e definitivamente scoperto dalla polizia e invece riesce sempre a farla franca. Ma rivediamo alcuni degli errori che sono sono saltati all’occhio durante le prime due stagioni.
La casa di cara, gli errori delle prime due stagioni
La grafia modificata. Nel primo episodio il Professore porta tutti i complici nella villa in preparazione del colpo. Sulla lavagna all’interno dello studio si legge la parola “Bienvenidos”. Nelle inquadrature successive, però, cambiano alcuni dettagli della parola. La calligrafia è non è la stessa e si nota come sia stata scritta più volte, in maniera diversa.
L’orario che non coincide. Sempre in una scenda del primo episodio della serie, il telefono di Alison Parker indica come orario le 13:08 e in un’altra scena che dovrebbe essersi svolta nello stesso momento Berlino e gli altri fanno il loro ingresso nella fabbrica nazionale della Zecca quando sono le 10:16 del mattino.
Un misterioso individuo. Passando al secondo episodio, Nairobi riunisce tutti gli impiegati della Zecca facendo indossare loro la tuta rossa. Ma nel momento in cui trasportano gli ostaggi con le mani sulla testa, si vede apparire qualcuno sullo sfondo, vestito in modo completamente diverso noncurante delle telecamere.
Vestiti di colore diverso. In un episodio, Denver finge di uccidere Monica davanti ai suoi amici e la nasconde in una camera di sicurezza. Nelle prime scene la donna indossa un intimo bianco ma qualche episodio dopo i suoi slip cambiano sia di colore che di modello.
Scatole pericolose ignorate. Il pericolo è più vicino di quanto si creda ma nessuno ci fa caso. Nella scena in cui Berlino butta Tokyo fuori dalla Zecca, la spinge all’esterno attaccata a un carrello dove sono riposte anche delle scatole sigillate. La polizia poi la fa spogliare per mostrare che non nasconda nulla ma nessuno delle forze dell’ordine si preoccupa minimamente del potenziale pericolo del contenuto delle suddette scatole.
Nastri fantasma. Nella stessa scena, quando Tokyo viene perquisita, gli uomini armati hanno del nastro nero che sorregge un mirino laser, puntano addosso alla ragazza. Ma qualche inquadratura dopo il nastro sparisce completamente.
Nessuno ferma Tokyo. Quando Tokyo decide di irrompere nuovamente nella Zecca senza il permesso del Professore, vestita da poliziotta, nessuno tenta di fermarla. C’è uno schieramento di forze scelte e appostate all’esterno ma lei riesce a sfrecciare indisturbata in sella alla sua moto.
L’identikit del Professore. Il Professore è riuscito a eliminare alcune prove dopo la visita dallo sfasciacarrozze. Ma il custode russo lo ha visto in faccia e traccia un accurato identikit digitale per la polizia. Prima il Professore riesce a captare la frequenza del quartier generale e minaccia di morte in russo la famiglia dell’uomo. Quest’ultimo, terrorizzato, cancella l’identikit. Incredibilmente nessuno del team anti-terrorismo lo sta monitorando. E l’idea che esista una funzione di auto-salvataggio del programma sul computer non è neppure presa in considerazione. Per finire, il ritrattista che ha collaborato fino a quel momento con il testimone per realizzare l’immagine potrebbe ricordarsi quanto lui stesso ha disegnato.
La fuga del camion sospetto. Alla fine della seconda stagione la polizia si lascia sfuggire un camion sospetto che sta uscendo dal nascondiglio del Professore (che poi in strada circola serenamente in mezzo alle sopraggiunte auto delle forze dell’ordine). Per di più le autorità conoscono bene l’indirizzo del covo perché era già stato scoperto in precedenza.
Non ci resta che attendere l’inizio della terza stagione de La casa di carta per vedere cosa ci riserva, ma siamo sicuri che, nonostante i possibili errori, non mancheranno le emozioni.