La Cassazione ha deciso, con sentenza definitiva, la condanna in carcere per Antonio Logli, colpevole aver ucciso e distrutto il cadavere di sua moglie Roberta Ragusa. La sentenza ha confermato la condanna a 20 anni di reclusione per l’uomo ritenuto colpevole della morte della donna, scomparsa nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 dalla sua casa di Gello, nel comune di San Giuliano Terme (Pisa) e mai più ritrovata.
Caso Ragusa, la Cassazione conferma la condanna per il marito Antonio Logli
Poco più di un anno fa, il 14 maggio 2018, la corte d’Assise d’Appello di Firenze aveva previsto quanto confermato dalla Cassazione, che ha respinto il ricorso dei legali di Logli. I giudici della I sezione penale della Corte di Cassazione presieduti da Adriano Iasillo, infatti, dopo oltre cinque ore di camera di consiglio, hanno respinto il ricorso presentato dai legali di Antonio Logli, Roberto Cavani e Saverio Sergiampietri è “confermato” la condanna a 20 anni di reclusione. L’uomo è già in carcere a Livorno.
Nel 2016, con rito abbreviato, era arrivata la stessa sentenza. La Cassazione ha ritenuto valida la ricostruzione dell’accusa secondo cui Logli, la notte in cui scomparve la moglie, fu scoperto al telefono con la sua amante e ne nacque un litigio sfociato poi in un omicidio e nella distruzione del cadavere di lei.
Nelle motivazioni della sentenza di condanna di primo grado, il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Pisa, Elsa Iadaresta, ha scritto che “Antonio Logli è un bugiardo e ha reiteratamente e pervicacemente tentato di mistificare la realtà fornendo in più occasioni una versione degli accadimenti non corrispondente al vero e spesso smentita dagli esiti investigativi”, “mentendo anche sulla profonda crisi che attraversava da tempo il suo matrimonio”. La sentenza è stata emessa il 21 dicembre del 2016.
Logli finora non si trovava in carcere, ma aveva l’obbligo di residenza nel comune di San Giuliano Terme e il divieto di allontanarsi dalla provincia di Pisa dalle 21 alle 6. L’uomo ha atteso la sentenza assieme alla figlia Alessia ed alla compagna Sara Calzolaio in una camera d’albergo a Pisa, lontano dai riflettori.
La disperazione
“Sono disperato”, ha detto Logli in lacrime al telefono col suo avvocato. “Non è giusto, non è giusto“. Così urlando dalla finestra della camera del b&b dove ha trascorso la giornata con Antonio Logli e sua figlia Alessia, la compagna Sara Calzolaio ha gridato la sua reazione alla sentenza di condanna.
I parenti della Ragusa in lacrime dopo aver appreso la sentenza della Cassazione, che ha confermato la condanna. “Finalmente si smetterà di dire che mia cugina era in giro a divertirsi. Mia cugina è morta, lo ha detto anche la Cassazione. Giustizia è fatta”, dice commossa Maria Ragusa.