Addio per sempre al maggiolino. Con gli ultimi esemplari mandati in produzione il 10 luglio nello stabilimento di Puebla, in Messico, un nuovo mito va in pensione. Volkswagen, infatti, ha deciso di interrompere la produzione dell’ultima versione del Maggiolino. Si legge sul Mail online.
Addio al maggiolino, simbolo del Novecento
In otto decenni, dal 1938, il maggiolino ha rappresentato molte cose. Da sempre è un simbolo delle ore più buie della Germania e della robustezza dei suoi prodotti. Il maggiolino ha segnato la storia del Novecento. Questa auto è stata un simbolo della fioritura dell’economia tedesca del Dopoguerra e della prosperità della classe media nascente.
Quando c’è di mezzo il maggiolino, si può parlare anche di esempio di globalizzazione. Un’auto venduta e riconosciuta in tutto il mondo. Doveva essere l’utilitaria per tutti, la ‘vettura del popolo’ voluta da Adolf Hitler con cui i tedeschi avrebbero attraversato con le proprie masserizie le nascenti autostrade del Reich.
È diventata un emblema della controcultura degli anni ’60 negli Stati Uniti, restando un punto di riferimento nel design, riconoscibile come la bottiglia Coca-Cola. Si diffonde davvero come la macchina per tutti, capace di contenere e trasportare di tutto.
Il design originale è opera dell’ingegnere austriaco Ferdinand Porsche, incaricato di adempiere al progetto del dittatore tedesco Adolf Hitler di creare una “macchina del popolo” che diffondesse la proprietà delle automobili come accaduto con la popolare T Ford negli Usa. Quella sua inconfondibile silhouette arrotondata, il parabrezza quasi verticale e il motore raffreddato ad aria nella parte posteriore, inoltre, diventeranno il simbolo di un’intera epoca.
Declino e ascesa
Durante la Seconda Guerra Mondiale la produzione di massa di quella che fu chiamata KdF-Wagen fu interrotta. Tutte le fabbriche vennero riconvertite alla produzione di cannoni, carri armati e munizioni per sostenere lo sforzo bellico tedesco. Prima fra tutte la Volkswagen, al tempo una delle più grandi e moderne. Riprese poi soltanto nel 1949, sotto la supervisione delle autorità di occupazione britanniche, quando la fabbrica di Volkswagen fu trasferita al governo tedesco e allo stato della Bassa Sassonia.
Il milionesimo Maggiolino, ufficialmente chiamato Tipo 1, risale al 1955. Uscì dalla catena di montaggio in quella che ora era la città di Wolfsburg. Gli Stati Uniti divennero il più importante mercato estero della Volkswagen, con un picco di 563.522 vetture nel 1968, pari al 40% della produzione.
Il picco della notorietà arrivò grazie a Herbie, protagonista del film Disney ‘Un maggiolino tutto matto’ (The Love Bug), primo episodio di una serie di grande successo. In quell’anno, il 1968, vengono venduti oltre 560mila esemplari.
Volkswagen avvia la produzione dell’ultimo esemplare
La produzione alla Wolfsburg terminò nel 1978 quando subentrarono nuovi modelli a trazione anteriore come la Golf. La produzione andò avanti in Messico dal 1967 fino al 2003, più a lungo di quanto l’auto fosse stata prodotta in Germania. Soprannominato il “vochito”, l’auto si era trasformata nella macchina del popolo.
Alla fine del Novecento il restyling, realizzato, sul pianale della nuova Golf, dal nipote dell’ingegner Porsche. Il New Beetle,però, è decisamente un’altra cosa rispetto al Maggiolino. Da oggi diciamo addio al maggiolino, di cui l’ultimo esemplare verrà conservato in un museo.