In Piemonte, per la precisione a Borgosesia, nasce l’albo dei “gattari”. Si tratta di un elenco a cui possono registrarsi tutte quelle persone che vogliono occuparsi delle colonie di gatti della città. In questo modo bisogna rispettare un codice comportamentale con diritti e doveri.
Per essere autorizzati ad occuparsi dei gatti della città, si deve prima chiedere il tesseramento al municipio. Una volta ottenuta la qualifica di “gattaro” si dovrà rispettare il codice disciplinare del Comune che prevede doveri tra cui igiene e decoro delle aree, e diritti come la tutela del tesserato.
“A Borgosesia – ha dichiarato l’assessore alla Protezione Animali, Eleonora Guida – vogliamo individuare i diritti e i doveri di queste generose e volenterose persone: li tuteliamo e li autorizziamo a svolgere la loro attività, e siamo pronti ad intervenire in loro aiuto in caso di criticità, d’altro lato chiariamo bene che la loro attività deve svolgersi senza alterare il decoro e l’igiene delle aree dove la colonia felina è insediata”.
Delle regole ben precise, insomma, che permettano la pacifica convivenza tra le colonie feline della città e i cittadini stessi. Tutto grazie a volontari che decidono di occuparsi di questi gatti, attenendosi al codice del Comune.
“La tutela degli animali di affezione è un principio sancito dalla legge che condanna gli atti di crudeltà contro di essi, il loro abbandono e i maltrattamenti. Per fortuna a Borgosesia possiamo contare su tanti cittadini che si prendono cura degli animali”, così l’assessore ha commentato l’iniziativa del Comune.
Borgosesia, però, non è il primo Comune ad interessarsi ai gatti. Prima di lei, infatti, è stata Verona a creare il primo albo dei “gattari” già nel 2018.
Questi due Comuni sono stati gli unici a valorizzare il lavoro dei tanti cittadini che si occupano spontaneamente delle colonie feline.