La prevenzione delle patologie, attraverso l’utilizzo di screening, può aiutare sia i pazienti, in termini di miglioramento della vita, sia lo Stato a ridurre la spesa sanitaria. La conferma arriva dallo studio “Prevenzione e Salute”, presentato stamattina a Roma, nel corso del workshop “Il valore dei dati in sanità. La valutazione dei costi sanitari indiretti quale strumento per una migliore programmazione socio-sanitaria nazionale e regionale”.
Promosso dall’Economic Evaluation and HTA del CEIS-Tor Vergata e dal Network PreSa, lo studio, il primo del genere in Italia, ha avuto l’obiettivo di valutare l’impatto delle moderne tecnologie utilizzate nella fase dello screening delle patologie tumorali (tumore al seno, cancro del colon retto e tumore alla prostata), sui costi indiretti e previdenziali che tali patologie generano.
Nel caso del cancro del colon retto la prevenzione porta a una riduzione del 79% nella mortalità. Nel caso del tumore della mammella la partecipazione allo screening può portare a una riduzione della mortalità del 40%, per il tumore della prostata si riscontra una riduzione della mortalità del 30%. Vantaggi quindi non soltanto per i pazienti ma anche per il sistema di welfare nel suo complesso. I costi previdenziali relativi alle patologie tumorali, in generale, hanno registrato un andamento crescente dal 2009 al 2015.
Per Saverio Mennini, research sirector EETHA del CEIS Tor Vergata e Kingston University di Londra, “quando parliamo di assistenza sanitaria è imprescindibile coniugare il valore terapeutico delle tecnologie con il valore economico e sociale. Dobbiamo valutare i maggiori costi diretti e indiretti che il sistema sanitario sosterrebbe in assenza di tecnologie efficaci”. (ITALPRESS)