La polizia sferra un nuovo colpo mortale alla ‘ndrangheta in Emilia Romagna. Gli agenti hanno eseguito una serie di misure cautelari nei confronti di presunti appartenenti alle cosche che da tempo operano nella regione e che sono storicamente legate ai Grande Aracri di Cutro.
I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Bologna su richiesta della Dda. Sono anche in corso un centinaio di perquisizioni in tutta Italia nei confronti di soggetti che, pur non essendo destinatari della misura cautelare, sono comunque risultati collegati alla cosca.
La ‘ndrangheta in Emilia, scatta il blitz della polizia
Le indagini nei confronti dei presunti appartenenti alle famiglie di ‘ndrangheta sono state coordinate dal Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia e condotte dagli uomini della Squadra mobile di Bologna in collaborazione con quelle di Parma, Reggio Emilia e Piacenza.
Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione di stampo mafioso, estorsione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, danneggiamento e truffa aggravata. Per eseguire le misure cautelari, in diverse città dell’Emilia Romagna, sono impegnati oltre 300 agenti.
Arrestato il presidente comunale di Piacenza
C’è anche il presidente del Consiglio comunale di Piacenza, Giuseppe Caruso, tra gli arrestati. Caruso, secondo gli investigatori della Polizia, sarebbe parte integrante dell’organizzazione criminale che operava tra le province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza e che aveva ai vertici soggetti considerati di primo piano come Salvatore Grande Aracri, Francesco Grande Aracri e Paolo Grande Aracri.
Oltre agli arresti e alle perquisizioni, i poliziotti hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni emesso dalla Dda di Bologna nei confronti dei principali appartenenti al gruppo criminale riguardante società, beni mobili ed immobili e conti correnti.