“Non ho mai avuto l’atteggiamento di chi ha il cappello in mano“. Risponde così il premier Giuseppe Conte, in conferenza stampa, a Bruxelles. Il presidente ha sottolineato anche che nel corso della trattativa con l’Europa l’Italia non intende assecondare a priori le condizioni imposte dall’Europa.
Conte a Bruxelles: “Non porto il cappello”
In un anno “ho fatto 37 missioni – precisa Conte – e chi mi ha incontrato può testimoniare che non ho mai avuto l’atteggiamento di chi ha il cappello in mano. Non porto il cappello, neanche a Bruxelles”. “Sicuramente il negoziato” per evitare il lancio di una procedura per debito nei confronti dell’Italia è “molto difficile. Non ho mai pensato che ci fosse la strada spianata”.
L’Italia non ha nulla di cui farsi scusare
“Quando mi muovo – continua Conte secondo quanto riportato da AdnKronos – non mi muovo per ragioni personali, ma per ragioni istituzionali. Rappresento l’Italia, una potenza del G7, ne sono orgoglioso e consapevole allo stesso tempo. Sono cose distinte, l’Italia non ha nulla di cui farsi scusare. Se avrete la bontà di leggere la lettera, lo confesso è un po’ lunga, non è espediente per sottrarsi al rispetto regole. Italia non vuole regole né concessioni”.
“Applichiamo le regole vigenti – aggiunge il premier – quella lettera non oscura né vuole eliminare il binario tecnico della procedura; ha un altro significato: signori, siamo all’inizio di una nuova legislatura. Siamo tutti europeisti. Vogliamo aprire gli occhi? Se la casa comune ha infiltrazioni vogliamo intervenire o vogliamo farlo deperire? Se vogliamo intervenire, sedetevi con noi al tavolo e ragioniamo”, afferma.
Conti pubblici: “I numeri reali li abbiamo noi”
La Commissione Europea, ha detto ancora il premier nel corso della conferenza stampa, “ha operato delle proiezioni di stima” sui conti pubblici italiani, “noi invece abbiamo un costante monitoraggio: i numeri reali li abbiamo noi“.
“Se mi riunisco con il ministro dell’Economia – prosegue Conte – con il ragioniere generale dello Stato, con i tecnici della Ragioneria e del Ministero abbiamo una proiezione molto più rispondente alla realtà, perché è una proiezione aggiornata a giugno. Noi vediamo i flussi di cassa in qualsiasi momento, in una macchina pur complessa come quella dello Stato italiano”.
“Quando dico che i numeri ce li abbiamo noi e sono diversi – aggiunge Conte – non lo dico perché stiamo facendo degli esercizi accademici. Non è mica forum scientifico in cui noi e la Commissione ci confrontiamo: noi i numeri li portiamo e la Commissione li legge e li può verificare”.
“Non possiamo adesso mettere in campo pubblicamente le misure – prosegue – non è il momento. Ma mi interessa che ci sia un approccio costruttivo di tutte le parti attorno al tavolo. Siccome io rappresento l’Italia, coadiuvato dal ministro Giovanni Tria, sono sicuro del mio approccio costruttivo. E l’interesse dell’Italia, terzo Paese dell’Eurozona, è l’interesse dell’Europa”, conclude.
Pressione fiscale, Conte: “Occorre una riforma forte”
In merito alle parole di Matteo Salvini sulla necessità di abbassare la pressione fiscale, Conte ha affermato che “occorre una riforma forte, complessiva e fortemente avanzata” del “sistema fiscale. Non mi accontento di un intervento su un’aliquota. Voglio realizzare un patto fiscale” con i cittadini, perché “solo con una visione strategica facciamo marciare questo Paese”.
In quanto alla proposta di legge presentata da Lega e Movimento Cinque Stelle che modificherebbe le regole di nomina del governatore, della prima linea della Banca d’Italia e darebbe al Parlamento il potere di modificarne lo statuto, Conte si mantiene poi molto cauto.
“Non posso commentare una proposta che non conosco. Mi sta dando lei la notizia e non avendola letta non ha assolutamente senso che esprima una posizione. Non posso esprimere la posizione governativa”, risponde il premier in conferenza stampa a Bruxelles.