Una conferenza stampa quasi telegrafica, con toni durissimi. Francesco Totti lascia la Roma così, dopo ventisei anni dal suo debutto con la maglia giallorossa e trenta dal suo ingresso ai cancelli di Trigoria, da ragazzino. Questi alcuni dei passaggi salienti della conferenza tenuta presso il CONI.
“Io penso che i giocatori passino, così come i presidenti e gli allenatori. Le bandiere no. Questo per me è un giorno triste e una decisione molto sofferta, non è colpa mia questa separazione. Mi hanno tagliato fuori da tutto il lato tecnico della gestione societaria”.
Un aspetto questo che non è andato giù a Totti: “Mi aspettavo di essere coinvolto nel processo decisionale della società nell’area sportiva. Il primo anno sono rimasto a guardare, speravo di poter avere più peso ma non hanno mai voluto che io rivestissi questo ruolo”.
L’ex capitano annuncia che non sarà un addio, con un’altra stilettata a Pallotta: “Questo è un arrivederci, se una nuova proprietà dimostrerà di voler puntare fortemente su di me io sarò sempre a disposizione”.
Su Franco Baldini: “Non voleva lavorare con me e non potevamo lavorare insieme. Ho deciso di farmi da parte io. Non possono esserci troppi galli a cantare insieme. La mia voce da Trigoria non era mai ascoltata, l’ultima parola spettava sempre a Londra quindi era inutile esprimere il mio pensiero”.
“A inizio anno – prosegue Totti – avevo previsto una Roma quarta o quinta e una Juventus campione d’Italia già a gennaio. Mi hanno dato dell’incompetente e di chi spegne i sogni di tifosi e calciatori. I fatti, però, mi hanno dato ragione”.