Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha precisato che non ci sarà alcuna manovra bis. Lo ha detto in riferimento alla Commissione europea, che ha ritenuto giustificata una procedura per deficit eccessivo.
Tria avverte: “Spiegheremo all’Ue che non ci sarà una manovra bis”
“Si tratterà di vedere come spiegare, come anticipare forse” ma “nessuna manovra aggiuntiva”, ha spiegato Tria a un forum organizzato da Il Messaggero e ospitato dall’Abi. Il ministro ha ribadito di credere nelle stime del governo, che non danno un 2,4% di deficit per il 2019 ma un risultato “verso il 2,2 o 2,1%, e quindi siamo grosso modo nel braccio preventivo del Patto di stabilità“.
Una procedura non sarebbe positiva per il nostro Paese. “Dobbiamo evitare in tutti i modi” la procedura d’infrazione della Ue che “farebbe sicuramente male all’Italia ma può fare male all’Europa”, ha aggiunto Tria, secondo cui “dobbiamo arrivare assolutamente a un compromesso, con una trattativa e un dialogo costruttivo. È nell’interesse dell’Italia ma anche dell’Europa” aggiunge il ministro.
Salvini: “Questa Commissione non può multarci”
Sulla questione interviene anche il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. “Una Commissione uscente vecchia e delegittimata dal voto delle Europee non può imporre scelte e sanzioni a governi e popoli”, scrive su Facebook. Così il vicepremier della Lega frena su eventuali interventi di Bruxelles contro il nostro Paese.
Moscovici: “Confronto con l’Italia, ma il percorso proposto sia credibile”
Il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici, in una conferenza stampa a Bruxelles spiega: “Incontrerò presto il ministro Tria: come ho sempre detto la nostra porta resta aperta per discutere con l’Italia, ma dobbiamo vedere un percorso credibile di rientro del debito”. Aggiunge però che “non c’è tempo da perdere” e bisogna agire rapidamente.
“La nostra porta – aggiunge il commissario – resta aperta per discutere con le autorità italiane. L’ho detto in italiano, in francese e ora in inglese. Questo non è cambiato: ho avuto un utile scambio con Giovanni Tria a Fukuoka al G20 dei ministri delle Finanze e non ho alcun dubbio che discuteremo ancora nei prossimi giorni”.
“Ricordiamo perché siamo a questo punto – prosegue – il debito pubblico italiano è salito al 132,2% del Pil nel 2018 ed è previsto raggiungere il 135% l’anno prossimo. Il debito dell’Italia è uno dei più alti del mondo. La spesa per interessi ammonta a 65 mld di euro l’anno, equivale alla spesa per l’educazione. Soldi che potrebbero essere investiti” in altri campi, più produttivi”.
“Il debito elevato – aggiunge Moscovici – è una grande vulnerabilità per l’Italia ed è nell’interesse dell’Italia ridurlo. Per questo la Commissione insiste per ridurlo. E siamo molto seri su questo. Quindi, avanziamo con i passi procedurali necessari, né più né meno. Il Comitato Economico e Finanziario sostiene in pieno la conclusione della Commissione, che una procedura per debito è giustificata. Queste parole sono state ripetute dall’Efc. Ci aspettiamo che l’Eurogruppo prenda atto della situazione domani; stamani ne ho parlato con Mario Centeno”, il presidente dell’Eurogruppo.
La Commissione Europea, scandisce ancora Moscovici, “è pronta a prendere in considerazione ulteriori elementi che possono essere avanzati dall’Italia. Nel frattempo assicureremo che il Consiglio possa prendere le decisioni necessarie come previsto dal Trattato. Se menzionate la data di fine luglio (la scadenza entro la quale “di norma” il Consiglio deve decidere se avanzare con la procedura o meno, ndr), è una data che va articolata con quanto ho appena detto. A quale fase della procedura saremo in quel momento? Onestamente, penso che muoversi rapidamente sia di gran lunga preferibile”.
In ogni caso, precisa ancora Moscovici, la Commissione Europea non esiterà ad applicare le “regole” nei confronti dell’Italia, se il nostro Paese non rispetterà i criteri previsti dai trattati. Ed è meglio per tutti che “nessuno” ne dubiti.
“Restiamo impegnati – afferma Moscovici – ad un’applicazione intelligente e flessibile delle regole di bilancio, perché è il modo in cui abbiamo agito per tutto il mandato, ma nessuno dovrebbe dubitare che applicheremo quelle regole, se i criteri non verranno rispettati, e se saremo fuori dalle regole e dalle flessibilità concesse, che sono sempre sul tavolo”.
“Quindi – continua – ora chiaramente la palla è nel campo dell’Italia. Dobbiamo vedere un percorso credibile sia per il 2019 che per il 2020. Siamo pronti a tenere conto di qualsiasi nuovo elemento che l’Italia possa presentare, ma non perdiamo tempo”, conclude.