La Corte d’appello di Palermo ha assolto Innocenzo Leontini dall’accusa di peculato, “perché il fatto non sussiste”. Si ribalta così il giudizio di primo grado, che lo condannava a due anni per la vicenda delle cosiddette “spese pazze”.
Il politico ragusano, ex capogruppo del Popolo della Libertà all’Assemblea regionale siciliana, era stato condannato in primo grado per la vicenda delle cosiddette “spese pazze” a due anni col rito abbreviato. Lo stesso procedimento aveva portato anche all’assoluzione di Cateno De Luca.
La notizia è arrivata dallo stesso Leontini. La Corte d’Appello di Palermo lo ha assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste”. All’epoca dei fatti contestati, il politico ragusano era capogruppo del Pdl all’Ars.
L’europarlamentare uscente di Fratelli d’Italia commenta: “La sentenza di oggi acclara che le azioni da me compiute sono regolari e totalmente rispettose della Legge. Ringrazio gli avvocati Salvatore Campanella e Raffaele Bonsignore che mi hanno assistito in questi anni difficili”.
Secondo l’accusa l’ex deputato, quando era in carica da capogruppo tra il 2008 e il 2012, avrebbe utilizzato somme destinate al Gruppo per regali ad autorità e a una dipendente che doveva sposarsi. L’avvocato Raffaele Bonsignore però ha dimostrato che una legge dell’epoca consentiva alla presidenza di utilizzare una parte del denaro del Gruppo per spese di rappresentanza.