Conte lancia un ultimatum a Lega e M5S. “Chiedo a entrambe le forze politiche di governo, e in particolare ai loro leader, di operare una scelta chiara e di dirci se hanno intenzione di proseguire l’azione di governo nello spirito del contratto”. Suona come un vero e proprio ultimatum quello lanciato da Giuseppe Conte nella sua conferenza stampa nella sala dei Galeoni di Palazzo Chigi. Conte ha esortato i suoi vicepremier a una “collaborazione leale”: senza risposte chiare da M5S e Lega, il presidente del Consiglio è “pronto a rimettere il suo mandato“.
“Un anno fa giurai che avrei agito nell’interesse esclusivo della Nazione – dichiara Conte – Questo giuramento rimarrà sempre la mia stella polare”. “Mi sono determinato ad accettare l’incarico come premier di un governo composto da due forze politiche così distanti – ha sottolineato – perché sicuro di poter attingere alla Costituzione e alle prerogative indicate per la mia figura”. Quanto al suo rapporto con il M5S: “Non ho mai giurato fedeltà né mi è stata chiesta alcuna attestazione di fedeltà. Ho interpretato il M5s come un movimento sano, ma non mi sono mai iscritto, sono un indipendente. Poi, da premier, legittimamente possono attribuirmi una targa, ma io sono a posto con la mia coscienza. Anzi, come premier, ci sono stati momenti in cui esponenti M5s sono rimasti dispiaciuti per tante decisioni che ho preso”.
Conte lancia un ultimatum a Lega e M5S
“Ho sempre ritenuto che il contratto fosse un elemento di forza del governo – ha continuato il presidente del Consiglio -: è la modalità più lineare e trasparente per dar vita a un governo tra due distinte forze politiche con contenuti programmatici diversi e contesti valoriali distinti”. Il risultato delle elezioni europee, ha detto Conte, “si è rivelato molto aspro tanto da accreditare uno stallo nell’azione di governo, ma questa è una falsità. Conclusa la fase 1, si è avviata la fase 2 con gli investimenti, la crescita e la semplificazione normativa”.
Per Conte “il clima di campagna elettorale non si è ancora spento”. Il governo, però “ha sempre lavorato fin dal primo giorno“. “Un lavoro di squadra incredibile con i vicepremier, i ministri e i parlamentari di maggioranza che, anche in contesti delicati, hanno operato con grande abnegazione. Oggi auspico un loro maggiore coinvolgimento in futuro, avendo apprezzato la competenza professionale ed esperienza civile”. “La fase due del governo, ha quindi sottolineato Conte, richiede ancora più concretezza ed operosità da parte nostra”.
“I cittadini ci chiedono di proseguire con serietà, preservando il patrimonio di fiducia di cui siamo stati investiti. Per questo, dobbiamo dire basta ad inutili polemiche e litigiosità. Serve una leale collaborazione tra le forze che compongono questo governo. Basta con le delegittimazioni reciproche e si torni allo spirito del contratto. In caso contrario, rimetto il mio mandato – aggiunge Conte – Una procedura d’infrazione ci farebbe molto male”.
Sobri nelle parole e operosi nelle azioni
“Leale collaborazione vuol dire che, se il ministro dell’Economia e il presidente del Consiglio dialogano con l’Ue per evitare una procedura d’infrazione che ci farebbe molto male, le forze politiche non intervengono ad alterare quel dialogo riducendo quella trattativa a terreno di provocazione”. E ancora: “Il mio motto è ‘sobri nelle parole e operosi nelle azioni’. Se continuiamo nelle provocazioni per mezzo di veline quotidiane, nelle freddure a mezzo social, non possiamo lavorare. I perenni, costanti conflitti comunicativi pregiudicano la concentrazione sul lavoro”. Sulla Tav, infine, Conte ha detto che “così com’è oggi io non la farei. Non la trovo conveniente ma mi ritrovo in fase di attuazione del percorso e o si trova un’intesa con la Francia e con la Commissione europea, o il percorso è bello e segnato”.