Emergenza medici in Molise. Saranno 105 i medici militari specialisti in ausiliaria schierati per fronteggiare l’emergenza dovuta alla carenza di personale sanitario negli ospedali molisani. È questa, secondo il commissario alla Sanità, Angelo Giustini, l’ultima soluzione prima di procedere alla chiusura dei reparti di ortopedia e traumatologia di Isernia e Termoli (Campobasso).
I medici militari dovrebbero essere impiegati per almeno 5 mesi “termine necessario – osserva il Commissario – affinché il ‘Decreto Calabria’ possa essere definitivamente approvato, così nel contempo si espleteranno i concorsi. Tutto ciò consentirà di superare questo agonico stallo nella governance del Servizio sanitario regionale e del diritto all’equità e universalità di accesso dei cittadini”.
Emergenza medici in Molise
Negli ultimi giorni, durante una riunione di Gabinetto al Ministero della Difesa, è stata indicata la soluzione per il Molise. Il dicastero ha individuato un elenco di 105 camici bianchi che operano nella sanità militare e che possono essere selezionati per essere impiegati nella sanità civile. “L’evidente contrazione di risorse – spiega Giustini – mette sempre più a rischio il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza), dunque, si profilano per i cittadini molisani ancora viaggi della speranza”.
“È altresì, noto – prosegue – l’annoso problema del blocco del turn over che di fatto ha bloccato nuove assunzioni di personale sanitario. Una responsabilità politica tutta regionale, che dopo 12 anni dall’avvio del Piano di rientro, la relazione dei conti del 2018 ha messo in mostra: debiti per 22 milioni di euro. L’inappropriata programmazione sanitaria del passato ha creato, come conseguenza, concorsi deserti e carenza oggettiva di specialisti nel Sistema sanitario regionale”.
Incubo chiusura reparti
L’incubo della chiusura di altri reparti, fa sapere il Commissario, “potrebbe diventare presto realtà”. Oggi, intanto, nuova riunione prima al ministero della Salute e poi a quello della Difesa, “nella speranza di offrire respiro alla situazione soffocante“. “Ma è necessario – conclude il Commissario – che ognuno faccia la propria parte. Ognuno per le proprie competenze per scongiurare il rischio di razionamento dell’offerta sanitaria e dei servizi per il soddisfacimento dei bisogni di salute dei cittadini”.