Il ministero dell’Economia ha diffuso la lettera inviata dal ministro Giovanni Tria alla Commissione Europa, insieme ad un’analisi di 58 pagine sul debito pubblico. Lo sfondo è inquietante: economia stagnante, spread che vola fino a quota 293 e borse in tensione per l’annuncio degli Usa di una nuova ‘guerra dei dazi’ con il Messico.
Nel testo finale salta il rifermento ai taglia al welfare che avevano fatto irritare i pentastellati. Si indica in modo più generico che “il governo sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche tributarie”. Piccoli ritocchi anche alla parte sulla flat tax che sarà attuata “nel rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo”.
Eppure il testo, diffuso per via parlamentare, era stato inizialmente smentito dal ministero dell’Economia. Il presidente del Consiglio si era anche detto pronto a ricorrere alla via giudiziaria contro la diffusione di testi ‘fake’. Nonostante ciò, il primo testo viene confermato eccezion fatta per le piccole modifiche introdotte alla fine.
Nella maggioranza tensione alle stelle tra le due anime del governo. Oggetto del contendere, ancora una volta, la flat tax sulla quale è continuo il pressing del leader della Lega Matteo Salvini. Nella lettera si ribadisce, come già affermato da Tria, che il disavanzo 2019 “sarà minore di quanto prospettato nelle ultime previsioni” perché da un lato “l’andamento dell’economia e il gettito fiscale hanno finora superato le previsioni del Programma di stabilità”. In più “le entrate non tributarie sembrano superare le previsioni e l’utilizzo delle nuove politiche di welfare è, finora, inferiore alle stime sottostanti alla legge di bilancio per il 2019”.