Una mattanza sfrenata si è consumata il 29 maggio alle isole Faroe. Qui oltre 150 balene pilota sono state massacrate con armi bianche durante la tradizionale “caccia” ai cetacei.
La Grindadrap, questo il nome della caccia, era la sesta dell’anno nell’arcipelago subartico che si trova tra Islanda e Norvegia. Le immagini di denuncia pubblicate dalla Sea Shepherd Conservation Society sono davvero sconvolgenti. L’organizzazione senza scopo di lucro infatti da anni conduce la campagna “Operation Bloody Fjord” contro questi terribili massacri.
Nello stesso giorno, secondo quando riporta Fanpage.it , tra i 20 e i 40 lagenorinchi dai denti obliqui (Lagenorhynchus obliquidens) – un tipo di delfino – potrebbero essere riusciti a sfuggire alle lame dei faoresi, benché siano state diffuse le immagini di alcune carcasse.
La caccia ai cetacei della tradizione nordica è una violenta pratica ormai consolidata. Durante la sesta mattanza dell’anno, i cacciatori hanno ucciso 150 balene pilota.
I cetacei sono stati avvistati a sud della capitale Tórshavn (isola di Streymoy). Da qui sono partite le imbarcazioni pronte all’accerchiamento del branco, chiamato tecnicamente pod. Dopo l’inseguimento, i cacciatori hanno accerchiato e spaventato a morte le balene. Con la forza sono riusciti a condurle verso la baia di Sandágerði. Qui i mammiferi marini hanno trovato l’accoglienza di una massa inferocita di uomini pronta ad assalirli non appena si sono spiaggiati.
La tecnica utilizzata per le atroci uccisioni delle balene è sempre la stessa. Viene infatti reciso il midollo spinale tramite strumenti che vengono infilzati dietro la testa dei cetacei. Molti animali restano quindi decapitati e muoiono dopo un’agonia che può durare alcuni minuti. La lenta morta è resa ancora più dolorosa dal terrore negli occhi dei mammiferi che vedono i propri compagni martoriati.
La ferocia dei cacciatori faroesi sembra imperturbabile. Non si fermano neanche davanti ai piccoli o alle femmine gravide. I massacri violenti tingono di sangue rosso l’intera baia.
Intanto un barlume di speranza si è acceso per un gruppo di delfini, che probabilmente è riuscito a scappare mentre a Sandágerði si consumava la sesta mattanza del 2019.
Il branco di lagenorinchi dai denti obliqui si trovava nei pressi del fiordo di Nólsoyarfjörð. Come riporta Sea Shepherd, una manciata di imbarcazioni si è lanciata al loro inseguimento per spingere i cetacei nel fiordo Skálafjørð e verso la baia di Skálabotnur. Sembra però che gli animali siano riuscire a sfuggire ai cacciatori prendendo il largo.
Non contenti di ciò, i faroesi hanno lasciato un’imbarcazione in mare nel tentativo di riuscire di nuovo a beccarli e questa volta non lasciargli scampo. Sembra però che l’accerchiamento non sia fallito del tutto. Nelle ultime immagini diffuse dall’organizzazione Blue Planet Society si vedono infatti alcune carcasse di delfini adagiate su una banchina. Un’altra strage violenta di animali indifesi si è compiuta.
Foto Twitter della Blue Planet Society.