Il pattugliatore “Cigala Fulgosi” della Marina militare è intervenuto in soccorso degli 80-90 migranti a bordo di un gommone che da ieri pomeriggio si trova in difficoltà al largo della Libia. Il recupero delle persone a bordo è ancora in corso. L’intervento, spiega la Marina in una nota ufficiale, è avvenuto “in acque internazionali a circa 90 miglia a sud di Lampedusa”. La Cicala Fulgosi “constatate le condizioni del natante con cento persone a bordo, di cui solo una decina provviste di salvagente individuale, motore spento, precarie condizioni di galleggiamento e considerate le condizioni meteorologiche in peggioramento, è intervenuta in soccorso delle persone che erano in imminente pericolo di vita”.
“Non risulta alcuna persona deceduta a bordo”, aggiunge la Marina sottolineando che, fra i cento migranti, ci sono anche 17 donne e 23 minori “per i quali è attualmente in atto la verifica delle condizioni di salute”. Nelle prime ore del mattino, lanciando e rinnovando la richiesta di soccorso (indirizzata una prima volta già ieri) alla Marina militare italiana, le Ong avevano affermato che sul gommone era morta una bambina di 5 anni. “I migranti riferiscono che una bambina di cinque anni è morta a bordo”, così il tweet di Alarm Phone. “Alle 8.25 ci hanno detto che l’elicottero era ancora lì e di poter stabilire che la nave è un’imbarcazione militare. Siamo quasi certi che sia la P490 dell’ItalianNavy (proprio la Cicala Fulgosi, ndr). Deve prestare soccorso immediato!”
Per tutta la mattina, diverse ong hanno rilanciato l’allarme denunciando come, pur essendo la nave della Marina nelle vicinanze dei naufraghi già da ieri, nessuno fosse ancora intervenuto. “Le persone sono in grave pericolo – così il primo tweet di Alarm Phone – e sono ancora abbandonate in mare. Non c’è alcun soccorso in vista anche se vedono un elicottero”.
“È necessario un intervento urgente”, l’appello lanciato da Mediterranea Saving Humans che a sua volta rimarcava la presenza “in zona” della nave “P490 Cigala Fulgosi di @ItalianNavy”. E anche la Sea Watch, la prima a lanciare l’allarme ieri dopo l’avvistamento del gommone da parte di un aereo, aveva chiesto che i migranti a bordo venissero immediatamente soccorsi: “Queste persone sono in pericolo da ore. Ci stiamo rifiutando di vederle”.
Una denuncia di pochi giorni successiva a quella, documentata da un video, secondo cui il 23 maggio un migrante è annegato senza che una nave sempre della Marina italiana in navigazione a poche miglia di distanza intervenisse.
Sulla questione interviene il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che definisce “infondate e diffamatorie le accuse contro i nostri uomini e donne della Marina” e ribadisce “per quanto di mia competenza, l’indisponibilità dei porti italiani ad accogliere i clandestini”. Sull’episodio del gommone alla deriva da ieri, dice il vicepremier, “come sempre e rispettando legge e morale”, i marinai “hanno soccorso chiunque fosse a rischio”. E conclude: “difendiamo l’onore della Marina”, definendo “incredibile” che “alcuni organi di stampa diano credito a provocazioni e illazioni delle solite Ong cui finalmente abbiamo tagliato il business e che sono sotto inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.