Domenica 26 maggio seggi aperti dalle 7 in 21 Stati Ue per eleggere 750 eurodeputati: oltre all‘Italia, la Germania, la Francia e la Spagna. Nei giorni scorsi si è votato in Gran Bretagna, Olanda, Irlanda, Repubblica Ceca, Slovacchia, Lettonia e Malta.
L’affluenza al voto delle Europee è la più alta negli ultimi venti anni: secondo le stime diffuse dal portavoce del Parlamento europeo per i 27 Paesi si avvicina al 51%. Dipenderà poi dall’affluenza registrata nel Regno Unito, se l’affluenza sarà al 49% o salirà al 52%.
Francia, Le Pen in testa
Secondo i primi exit poll dalla Francia, Rassemblement National di Marine Le Pen è il primo partito – è dato tra il 23 e il 25% dei voti – davanti a La République en Marche (LREM) del presidente Emmanuel Macron, che si attesta tra il 19 e il 22% dei voti. Se il dato verrà confermato, il capo dell’Eliseo dovrà incassare una bruciante sconfitta, pur annunciata dagli ultimi sondaggi. Ma alcuni seggi in Francia sono ancora aperti e si vota fino alle 20.
Finlandia, avanzano i conservatori
Alle europee in Finlandia, secondo gli exit poll, i conservatori del National Coalition Party avanzano con il 20,9%, seguiti dai socialdemocratici al 16,7 (che perdono così il primato ad appena un mese dalle elezioni politiche), dai Verdi al 14,4 e dal Partito di Centro. Indietro i Veri Finlandesi alleati della Lega di Matteo Salvini, che sono al 13,1%: in calo di 4 punti rispetto alle elezioni politiche di aprile che li avevano consacrati come secondo partito.
Ungheria, Orben oltre la maggioranza
Tutto come previsto in Ungheria, gli exit poll relativi alle elezioni europee confermano quanto indicato dai sondaggi preelettorali: Fidesz, il partito euroscettico del premier Viktor Orban, vola oltre la maggioranza assoluta al 56%. In calo il partito di estrema destra Jobbik fermo al 9%, mentre nel 2014 aveva ottenuto il 14,67% dei consensi. Il partito socialista Mszp-P e’ al 10%, stabile rispetto a cinque anni fa. I liberali di Momentum salgono al 10%, ferma al 10% anche la Coalizione democratica DK.
Irlanda, partito europeista in testa
Il Fine Gael (Ppe, europeista) del premier Leo Varadkar si conferma primo partito in Irlanda alle elezioni Europee, secondo le proiezioni, con un 29% di voti e una previsione di 4 seggi. Mentre restano al palo gli storici rivali del Fianna Fail (Alde) che nelle parallele elezioni locali sono testa a testa col partito di governo, ma alle Europee rischiano di cedere persino il secondo posto ai Verdi, che volano dall’1,6 al 15%: per di più con 2 seggi probabili (contro solo uno del Fianna Fail) grazie alla concentrazione dei loro consensi in una delle tre circoscrizioni nazionali del Paese, quella di Dublino. Altri due seggi dovrebbero andare allo Sinn Fein (sinistra nazionalista), pur in calo dal 15 al 13%, e due a indipendenti di sinistra (tutti e 4 destinati al gruppo europeo Gue/Ngl).
Malta, vittoria netta dei laburisti
A Malta si conferma la netta vittoria del partito laburista del premier Joseph Muscat, al 55%, secondo le stime delle 18 sulle Europee. I centristi del partito nazionalista seguono al 37%.
Seggi chiusi in Germania, volando i Verdi
Chiusi alle 18 in Germania i seggi per le elezioni europee. Hanno ora inizio le operazioni di spoglio. L’affluenza è in crescita rispetto alle scorse consultazioni per il rinnovo del Parlamento europeo: alle 14, ed è l’ultimo dato disponibile, aveva votato il 29,4% degli aventi diritto, con un incremento di circa il 4% rispetto 2014 (l’affluenza era stata del 25.6%).
Alle europee in Germania l’Unione Cdu-Csu di Angela Merkel si conferma il primo partito negli exit poll per le europee con il 27,5%, ma perde il 7,8%. L’Spd otterrebbe 15,6%, perdendo l’11,9%. Successo dei Verdi: arrivano al 20.5%, con un +9,8%, ben oltre le attese, e diventano il secondo partito. L’AfD sta al 10,5%, +3,4%.
Grecia, conservatori in testa
Il principale partito di opposizione Nea Dimokatia (ND) di Kyriakos Mitsotakis, che fa capo alla famiglia del Partito popolare europeo, è in testa ai risultati in Grecia con il 36%, secondo i primi exit poll diffusi da Europe Elects. Il partito di sinistra Syriza, del premier Alexis Tsipras, tiene con il 27%, ma scivola al secondo posto. Arretra la formazione di estrema destra Alba Dorata, che si attesta al 6%. Nel 2014 Syriza aveva ottenuto 6 seggi (26,57%), Nuova Democrazia 5 (22,72%), Alba Dorata 3 (9,39%).
Austria, in testa i popolari di Kurz
Secondo i primi exit poll del voto in Austria, il Partito popolare (Oevp) del cancelliere Sebastian Kurz è in testa con il 34,5% dei voti, con circa sette punti in più rispetto al 2014. Segue il Partito socialdemocratico (Spoe) con il 23,5%, stabile rispetto alle elezioni europee precedenti. Nonostante lo scandalo del cosiddetto Ibiza-gate, l’estrema destra del Partito delle libertà (Fpoe) ottiene il 17,5%: un risultato simile, se confermato dai dati ufficiali, a quello ottenuto nel 2014 quando registrò il 19,7%.
Olanda, confermata la vittoria dei laburisti
In Olanda al Parlamento europeo i laburisti del PvdA di Frans Timmermans ottengono il 18,10%, seguiti dai liberal-conservatori (VVD) del premier Mark Rutte al 15%, mentre i Cristiano democratici (CDA) sono al 12,3%. Sono le prime stime ufficiali del Parlamento europeo basate sugli exit poll. Il partito populista di destra Forum voor Democratie (FvD) dell’esordiente Thierry Baudet è all’11%, mentre è scivolone per il Pvv di Geert Wilders, alleato della Lega di Matteo Salvini, al 4,10%.
Europee 2019, boom di affluenza
Cresce molto la partecipazione alle elezioni europee in Spagna, dove a votare alle 14 era stato il 34,02% degli aventi diritto secondo il sito Europe Elects, con una crescita del 10% rispetto alle consultazioni del 2014. Cinque anni fa, alla stessa ora si registrava un’affluenza pari al 23,87%.
In forte aumento l’affluenza registrata in Francia alle elezioni europee. Secondo il ministero dell’Interno, alle 12 si era recato alle urne il 19,26% degli elettori rispetto al 15,70% registrato nel 2014 e al 14,81% nel 2009, sempre alle europee. Alle 17 43,29% contro il 35% del 2014
Affluenza ai seggi in aumento nei principali Paesi europei. Boom in Ungheria, dove alle 15 era pari al 3 0,52%, già più alta di quella complessiva di cinque anni fa. In crescita anche in Germania alle 14 la percentuale di persone che è andata a votare era del 29,4% rispetto al 25,6% del 2014. Affluenza in forte crescita anche nelle elezioni in Austria, al 55% secondo i dati diffusi dal Parlamento europeo. Nel 2014 aveva votato il 45% degli elettori.