Folla sulla cima dell’Everest. Lo testimonia una foto che ritrae oltre 300 scalatori in fila uno dietro l’altro e postata tre giorni fa su Instagram da Nirmal Purja. La foto ha scatenato dure polemiche sul rischio che gli alpinisti corrono proprio a causa del ‘traffico’ ad alta quota. Nell’ultima settimana sono ben sette gli scalatori morti a causa di malori.
Il capo dell’ufficio del turismo nepalese Danduraj Ghimire ha definito “senza senso” le voci secondo le quali tra le cause di morte degli scalatori potrebbero esserci i tempi lunghissimi per raggiungere la vetta. Tuttavia secondo gli esperti l’ipotesi non è del tutto infondata tanto più che il mal di montagna è già la prima causa di morte.
Ad un’altezza di 8.848, infatti, ogni respiro contiene un terzo dell’ossigeno rispetto a quello che si trova al livello del mare. Il corpo umano – riporta Ansa.it – inoltre, si deteriora più rapidamente e può sopravvivere a quelle altitudini solo pochi minuti. Nella foto diventata ormai diventata famosa si vedono circa 320 persone in un punto noto come “la zona della morte“.
L’ultima vittima, ieri, l’americano Donald Cash, 55 anni, che aveva lasciato il suo lavoro di manager per realizzare il sogno di scalare le sette cime, le montagne più alte in ciascun continente. Nell’ultimo messaggio mandato ad uno dei suoi quattro figli prima di sentirsi male aveva scritto: “Mi sento così fortunato ad essere sulla montagna che ho sognato per 40 anni”.