Assange incriminato negli Usa. Contro il fondatore di Wikileaks, 17 nuovi capi di imputazione: l’accusa è di aver pubblicato nel 2010 informazioni classificate del Pentagono e del dipartimento di Stato che gli aveva passato l’ex analista militare Chelsea Manning. Il 47enne Assange, che si trova a Londra, dove è stato arrestato il mese scorso dopo quasi 7 anni di asilo nell’ambasciata dell’Ecuador, era già stato accusato dagli Stati Uniti.
Nello specifico, ad Assange veniva contestato il reato di “cospirazione per commettere un’intrusione informatica per aver acconsentito a crackare la password di un computer riservato del governo Usa”. Non c’era dunque alcun esplicito riferimento alla pubblicazione dei materiali. Le nuove accuse ad Assange riguardano invece la violazione dell’Espionage Act, una legge del 1917 pensata per i traditori che passano informazioni al nemico.
Per molti potrebbe essere un precedente pericoloso per la libertà di stampa, sottolinea Agi.it. “È pazzia. È la fine del giornalismo sulla sicurezza nazionale e del Primo emendamento”, della Costituzione americana sulla libertà di parola, di stampa e di riunirsi pacificamente, è stato il commento di Wikileaks via Twitter. Dopo l’arresto a Londra di Assange, il Guardian aveva auspicato che non venisse estradato negli Stati Uniti.
La Manning era stata condannata nel 2013 a 35 anni di carcere in base all’Espionage Act, prima di essere graziata dall’ex presidente Barack Obama. Le pene previste vanno dalle multe economiche alla condanna a morte. “Assange, le affiliate di Wikileaks e la Manning hanno condiviso il comune obiettivo di sovvertire le restrizioni di legge sulle informazioni classificate per disseminarle”, sostiene il governo Usa.
“Molti di questi documenti erano classificati a livello ‘secret’, e ciò significa – spiega l’accusa – che la loro divulgazione non autorizzata può causare seri danni alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti”. Tra i documenti pubblicati da Wikileaks anche quelli relativi agli abusi e alle torture compiuti dall’esercito americano in Afghanistan e in Iraq. Molti sostengono che l’incriminazione di giornalisti per il loro lavoro rappresenti una violazione del Primo emendamento.
Washington sostiene che Assange non sia un giornalista e quindi non può essere considerato immune per la pubblicazione di materiale classificato. L’amministrazione di Barack Obama ha preso in considerazione l’ipotesi di incriminare Assange in base all’Espionage Act ma non lo ha fatto proprio per non minare il giornalismo tradizionale.
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