La Nave della Legalità è sbarcata a Palermo. È il primo degli appuntamenti che apre le celebrazioni del Ventisettesimo anniversario delle stragi di mafia di Capaci e di via D’Amelio, nell’ambito della manifestazione #PalermoChiamaItalia. La Nave è salpata ieri sera dalla banchina 8 del porto di Civitavecchia con a bordo circa 1.500 studenti.
A Palermo si svolgeranno le principali iniziative in memoria dei giudici Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e degli agenti delle loro scorte Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Rocco Dicillo, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Claudio Traina.
“Nel 1992 la mafia ha voluto colpire lo Stato nella sua interezza e integrità uccidendo chi stava dedicando la propria vita per combatterla”, in primo luogo Falcone e Borsellino. Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, alla cerimonia in ricordo di Giovanni Falcone a Palermo. “La lotta alla mafia è una battaglia di libertà contro chi vuole confondere la verità con la menzogna”, ha aggiunto Conte.
Nel suo intervento, il capo del Viminale Matteo Salvini ha detto che “chi ha ucciso Falcone e Borsellino ha provocato tanto dolore ma ha anche svegliato il popolo italiano, perché penso che dopo quella bomba nulla è più stato come prima“.
“Oggi siamo qui in un clima di festa, che potrebbe essere una contraddizione. Oggi è l’anniversario di una tragedia, ricordiamo questa giornata, anche con la mia presenza, come un giorno di dolore. Però è anche una festa. Questa è la nostra forza. Questa commemorazione è diventata la festa della legalità e questo è un colpo dal punto di vista culturale“. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte a Capaci, al Giardino della memoria, parlando davanti a rappresentanti istituzionali e agli studenti.
“A 27 anni dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio – dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – legate dalla medesima, orrenda strategia criminale, la Repubblica si inchina nel ricordo delle vittime e si stringe ai familiari”.
Il Capo dello Stato ha ringraziato “quanti da una ferita così profonda hanno tratto ragione di un maggior impegno civico per combattere la mafia, le sue connivenze, ma anche la rassegnazione e l’indifferenza che le sono complici. I nomi di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina sono indimenticabili. Nella loro disumanità gli assassini li hanno colpiti anche come simboli – a loro avversi – delle istituzioni democratiche e della legalità”.
Anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, dopo il presidente della commissione antimafia della Sicilia Claudio Fava e il governatore Nello Musumeci, ha deciso di disertare la cerimonia di commemorazione per le vittime della strage di Capaci. Lo ha annunciato lo stesso Orlando, accogliendo all’ingresso dell’aula bunker a Palermo il presidente della Camera, Roberto Fico e il premier Giuseppe Conte.
Sulla Nave della Legalità il Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano, ha raccontato il progetto che hanno realizzato nelle scuole per l’anniversario della Convenzione dei diritti dell’infanzia. “Abbiamo chiesto ai ragazzi delle scuole di riscrivere alcuni diritti della Convenzione”, racconta la Albano, la quale poi aggiunge che “alcuni ragazzi hanno inventato nuovi diritti. Quello di passare più tempo con i genitori. Il diritto al sogno, alla lentezza. Bisogna ripensare ai diritti in chiave di legalità. Deve venire da voi lo stimolo da come ritrovare questo messaggio più vicino al alcuni piuttosto che ad altri diritti. Nel fare quel lavoro dei diritti alcuni ragazzi ci hanno detto che non voglio più che il colore rosso rappresenti il colore del sangue, ma quello dell’amore”.
Intervenendo sulla Nave della Legalitù il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho ha detto agli studenti di provare “una grande emozione e soprattutto la certezza che questi ragazzi cambieranno la nostra società. Le mafie riescono a svilupparsi dove c’è debolezza, paura. In questi ragazzi c’è la forza della reazione. E questo dipende dal fatto che nelle scuole si è riuscito ad insegnare ai ragazzi l’importanza dei diritti come dignità, solidarietà, giustizia”. “Essere liberi, capaci di autodeterminarsi – ha aggiunto De Raho – è la più grande ricchezza che ci sia. La paura svanisce perché sulla propria persona si va a difendere quello che è più prezioso. Questi ragazzi lo hanno capito. Bellissimo che ci siano arrivati già a questa eta’”
Ma sarà un anniversario all’insegna delle polemiche. All’appuntamento annuale nell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo, organizzato dalla Fondazione Falcone, quest’anno molti leader di associazioni note per l’impegno antimafia non ci saranno. Ma neppure il Governatore Nello Musumeci e il presidente dell’Antimafia all’Ars Claudio Fava.
Al centro della polemica la presenza del ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Tra i volti storici dell’antimafia c’è chi invita apertamente a boicottare l’evento, come il fratello di Peppino Impastato, Giovanni. Anpi e Arci Palermo hanno così organizzato una sorta di contromanifestazione alla Casina No mafia di Capaci. “Siamo stanchi di questa parata istituzionale quando sappiamo che tutte le stragi che ci sono state hanno visto pezzi dello Stato coinvolti”, dice Giovanni Ferro, tra i promotori dell’appello.
“Chi si divide sulla lotta alla mafia sbaglia. Chiunque usi una giornata come questa per attacchi politici non fa un torto a Salvini ma al Paese”. Lo ha detto il ministro dell’Intento Matteo Salvini intervenendo a Radio Anch’io su Rai Radio 1, parlando delle celebrazioni alle quali non parteciperanno il presidente dell’Antimafia all’Ars, Claudio Fava, e il governatore della Regione Siciliana, Nello Musumeci.