8 stagioni, 73 episodi e al primo posto tra le serie tv più viste e scaricate del web. Con l’episodio ‘The Iron Throne‘ si chiude l’era Game of Thrones che dal 2011 tiene incollati milioni di telespettatori in tutto il mondo.
‘The Iron Throne’, il finale che non ci aspettavamo
L’ ultima puntata di Game of Thrones è andata in onda lunedì 20 maggio in inglese con i sottotitoli in italiano. Dopo anni e intere stagioni di congetture su chi avrebbe seduto sul tanto bramato Trono di Spade, la risposta è ‘nessuno’. Il Trono ha così visto sedere per l’ultima volta la perfida Cersei Lannister prima di essere bruciato e fuso dalla potenza delle fiamme di Drogon, il figlio di Daenerys, l’unico drago superstite. Insieme al Trono si sciolgono anni di battaglie, di violenza, di morti ingiuste e cruenti.
Il focus sulla puntata dura circa (e soltanto) 20 minuti: nella stanza-simbolo della serie, o meglio, in ciò che resta, Daenerys si avvicina al trono, lo guarda, lo sfiora ma non si siede. Da lì a poco, neanche a metà dell’episodio assistiamo alla morte più eclatante di tutte le stagioni. Jon uccide Daenerys con una pugnalata al cuore mentre le giura amore e fedeltà dicendole (per l’ennesima volta): “You are my Queen”. A ‘convincere’ e spingere Jon erano state le parole di Tyrion, astuto consigliere della regina e primo cavaliere, arrestato per averle voltato le spalle in seguito alla sua dichiarazione di guerra nei confronti del mondo intero. Anche il suo è un tradimento in piena regola, ma di fatto quella morte era l’unico modo per fermare la follia della ‘Mad Queen’ che ha raso al suolo l’intera città, ucciso uomini, donne e bambini innocenti diventando il nemico che aveva combattuto in passato.
Da questo momento in poi la scena si sposta nella Fossa del Drago. Sono passate alcune settimane e resta da capire chi prenderà il comando dei 7 regni. Dopo una prima consultazione tra i pochi rimasti – Tyrion come Primo Cavaliere, il nuovo Comandante della Guardia Reale Brienne, il Gran Maestro Samwell, Ser Davos, Mastro delle Navi, e Bronn, Lord di High Garden e Mastro del Conio – sarà Tyrion a proporre il nome di Bran ‘The Broken’ in italiano ‘Lo Spezzato’, epiteto poco felice. Il bambino caduto da una torre e rimasto in vita miracolosamente, il Corvo con tre occhi in grado di essere al tempo stesso passato presente e futuro si fa memoria storica e dunque, secondo Tyrion, merita il controllo dei 7 regni. Un’arringa convincente e condivisa, un pò meno da Sansa che propone che il Nord resti indipendente con lei al comando, lasciando al fratello la supremazia sui 6 regni.
Il destino dei personaggi
“Tutti devono morire” è questa la massima che ha accompagnato GoT per ben 8 stagioni, tanto da farci credere che alla fine nessuna sarebbe sopravvissuto allo scontro, se non con gli Estranei, nella battaglia per la supremazia. In realtà così non è stato: se in 7 stagioni eravamo stati abituati a prepararci alle grosse perdite senza alcun preavviso, nella ultima stagione sembra che gli sceneggiatori abbiano scritto un’altra storia. Il finale sembra far parte di ‘altro’ e la morte di Daenerys sembra quasi un ‘atto dovuto’, l’unico finale possibile per chiudere il cerchio.
Già nella scorsa puntata avevamo assistito ad capovolgimento di Arya, la coraggiosa Stark che ha come obiettivo sin dalla prima stagione uccidere Cersei. Una sola frase pronunciata dal ‘mastino’ Clegane la fa allontanare dallo scopo seppur così vicino a lei.
Così, tra siparietti finali su come trovare i fondi per ricostruire i bordelli della città e la presentazione delle memorie de ‘Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco’ (chiaro richiamo ai libri), ogni personaggio imbocca la sua strada abbracciando un nuovo inizio al quale pare essere destinato.
Jon torna alla barriera per riunirsi ai Guardiani della Notte, proprio dove aveva incontrato il suo amore Ygritte, Sansa Stark, che ai tempi delle nozze combinate con Joffrey sognava di essere regina, lo diventa ma del Nord, ormai indipendente. La sorella Arya che non voleva essere una Lady parte per andare a Ovest “là dove le mappe si fermano” disconoscendo ogni teoria terrapiattista (circostanza che fa pensare ad uno spin-off).
Verme Grigio, perduta la regina a cui aveva giurato fedeltà, mantiene la promessa fatta a Missandei e porta gli Immacolati sull’isola di Naath. Brienne di Tarth, riscrive la storia di Jaime e Samwell Tarly, diventato un maestro, siede nel concilio ristretto. Non sappiamo che fine abbia fatto Drogon, volato via dopo aver distrutto il Trono di Spade.
A “spezzare la ruota” per citare la defunta madre dei draghi, è però Tyrion Lannister che prima convince Jon Snow a fare la scelta definitiva per il bene del reame uccidendo Daenerys, poi sprona i lord del continente ad eleggere Bran come sovrano, cambiando regole e carte in tavola.
Tra delusione, disillusione e amarezza c’è chi lancia petizioni per rifare l’intera stagione, chi sostiene che la vera storia sia quella dei libri e chi è contento per il finale, “il migliore dei possibili”. Frettoloso, sconnesso e scollegato dagli altri episodi: l’ultimo episodio, tanto quanto ‘The Night King’ è stato quello meno accurato di tutti. Resta da capire se l’asso della manica siano i libri che ancora devono essere partoriti o lo spin-off con le avventure di Arya. Certo è che, se mai ci fosse, con Game Of Thones – il film tutti i delusi e gli impazienti avrebbero la possibilità decisiva di assistere al finale perfetto. In fin dei conti, anche se “not today”, “tutti devono morire”.