Un’inchiesta coordinata dalla procura di Roma e condotta dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, ha smantellato una complessa organizzazione criminale dedita alla corruzione per il rilascio della cittadinanza italiana. Il complesso iter investigativo e giudiziale si è concluso di recente con la firma dei primi decreti di revoca dello status di cittadino italiano da parte del presidente della Repubblica su proposta del ministro dell’Interno.
Colpiti i cittadini stranieri che avevano fruito del ‘sistema’ criminale per acquisire lo status giuridico pur non avendone i requisiti. Le attività di analisi e di verifica informatica degli specialisti del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (Cnaipic), riguarderebbero oltre 1500 pratiche sospette. Quest’ultime sono emerse nel corso delle indagini e contabilizzate dall’organizzazione criminale in veri e propri ”libri mastri”.
Nel corso delle indagini, mantenute riservate, sono stati eseguiti sei provvedimenti di custodia cautelare in carcere disposti dal Gip del Tribunale di Roma e 19 perquisizioni. I destinatari dei provvedimenti sono stati denunciati a vario titolo per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, favoreggiamento, detenzione abusiva di codici di accesso a sistema informatico, accesso abusivo al sistema informatico Sicitt del Dipartimento libertà civili e immigrazione del ministero dell’Interno.
L’operazione prende il nome dal ‘codice K10’ associato in automatico dal sistema informatico Sicitt per la gestione delle pratiche per la concessione della cittadinanza italiana. Tutto è nato dalla denuncia presentata al Cnaipic dalla Direzione centrale per i diritti civili, la cittadinanza e le minoranze del Dipartimento libertà civili ed immigrazione, a seguito di rilevate, sospette anomalie informatiche.