Nuovo scontro tra Salvini e Toninelli sul decreto sicurezza. Il ministro delle Infratrutture ha annunciato che il provvedimento slitta dopo le elezioni. “Abbiamo il decreto crescita alla Camera e lo Sbloccacantieri al senato: è evidente che le camere devono impegnarsi a fare questo. Dopo le elezioni e dopo l’approvazione di questi due decreti fondamentali per il governo valuteremo con serenità, e stando attenti a tutti i livelli del diritto, anche il decreto sicurezza bis”.
Non si fa attendere la replica del vicepremier Matteo Salvini. “Non penso che la lotta alla camorra conosca pause elettorali. E le coperture ci sono”. Il decreto sicurezza bis è “pronto, lunedì va in Consiglio dei ministri” annuncia il ministro dell’Interno. Così il decreto sicurezza bis entra nell’ordine del giorno del preconsiglio dei ministri. La convocazione, a quanto si apprende, è stata aggiornata con l’aggiunta del provvedimento voluto da Matteo Salvini. Il provvedimento dovrebbe così entrare nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri.
Scontro tra Salvini e Toninelli sul decreto sicurezza
Cambiano le multe previste dal decreto sicurezza bis per chi soccorre migranti in mare: arriva la possibilità di sanzionare le navi con una somma da 20mila a 50mila euro – riporta il sito dell’Ansa – È una novità che emerge dalla bozza del decreto sicurezza bis che sarà all’esame del preconsiglio. Sparisce, a quanto emerge da un confronto con la bozza precedente, la sanzione da 3.500 a 5.500 euro per singolo “straniero trasportato” e viene sostituita da una multa ben più alta ma complessiva.
Può essere disposta l’espulsione degli stranieri che debbano “scontare una pena detentiva, anche residua, non superiore a quattro anni”. Si allargherebbe così il bacino degli stranieri condannati in Italia che possono essere espulsi: la legge ora in vigore prevede l’espulsione per chi debba scontare fino a due anni, la proposta del Viminale raddoppia la pena. Con la nuova norma non si dovrà più aspettare che la pena residua da scontare sia di 2 anni ma si potrà cacciare anche chi abbia ancora quattro anni di carcere.
È istituito presso la Farnesina un fondo per i rimpatri con una dotazione iniziale di due milioni per il 2019. I fondi potranno aumentare: fino a 50 milioni annui potranno arrivare dai risparmi che derivano dalla razionalizzazione dei centri per l’immigrazione. Serviranno a finanziare interventi di cooperazione o intese bilaterali per i rimpatri.