Con “La Sylphide“, il Balletto del Teatro dell’Opera di Roma con i suoi primi ballerini, diretti da Eleonora Abbagnato, sarà al Łódź Ballet Festival il 16 e il 17 maggio. L’opera è ripresa dal maestro Coreografo Paul Chalmer.
Il sovrintendente Carlo Fuortes in occasione della partenza del Balletto del Teatro dell’Opera di Roma per la Polonia ha dichiarato di essere “entusiasta per questa nuova avventura dei nostri tersicorei in Europa. Il livello e la qualità delle nostre produzioni ballettistiche sono in continua ascesa e come tali in grado di richiamare l’attenzione della programmazione culturale d’oltralpe”.
Soddisfatta anche la direttrice del Corpo di Ballo. “La compagnia è pronta per muoversi in contesti europei ed internazionali – ha detto Eleonora Abbagnato -, e partecipare a Festival come quello di Łódź che quest’anno celebra i suoi primi 25 anni di attività. ‘La Sylphide’ è un titolo importante del nostro repertorio e Paul Chalmer un vero esperto a cui affidare questa nuova sfida”.
‘La Sylphide’ è il ballet blanc per eccellenza. La prima versione va in scena all’Opéra di Parigi nel 1832 con la coreografia di Filippo Taglioni e la musica di Jean Schneitzhöffer. Quando nell’estate del 1834 August Bournonville vede il balletto, vuole rappresentarlo nella sua Danimarca. Così infatti il 28 novembre 1836 la sua ‘Sylphide’ debutta all’Opera di Copenhagen con una nuova musica composta da Hermann Severin von Løvenskjold.
L’opera segna una svolta nel nella tecnica e nello stile del balletto. Per la prima volta, infatti, la protagonista danza tutta la coreografia sulle punte. Inoltre veste il romantico tutù bianco, oggi entrato nell’immaginario collettivo come uno dei principali segni distintivi della danza classica e della ballerina tout court. La Sylphide è uno dei classici più rappresentati dalle compagnie di tutto il mondo, capostipite del balletto romantico che ancora oggi conserva inalterato il suo fascino.
Il capolavoro di Bournonville, negli anni, fa il giro del mondo. Le rappresentazioni e i successi si susseguono ininterrottamente. L’apice si ha nel marzo 1966 quando approda per la prima volta sul palcoscenico del Teatro Costanzi nella versione del danese Erik Bruhn, tra i più grandi interpreti del ruolo di James.
Nella versione del Balletto dell’Opera di Roma, le scene sono di Michele Della Cioppa e i costumi di Shizuko Omachi. A ricreare la magia e le atmosfere in cui si svolge questa vicenda scozzese, anche un sapiente gioco di luci. La musica è su base registrata dall’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma.
L’opera, ispirata al romanzo di Charles Nodier Trilby ou Le Lutin d’Argail, oscilla tra l’universo concreto della realtà umana e un opposto mondo immaginario popolato da spiriti. La silfide, infatti, è uno spirito dell’aria che la tradizione romantica vuole alata e immateriale, rappresentante di un mondo altro, opposto alla terra.
Il mondo dell’aria e quello della terra si incontrano in questo raffinato balletto. La silfide, interpretata dalla prima ballerina Susanna Salvi, entra in contatto con gli umani e con la vita. Turba i sogni del giovane James qui interpretato dal primo ballerino Alessio Rezza. Da questo incontro si snocciola un balletto narrativo, tra reale e irreale, dove tra gli altri personaggi spiccano quello di Madge interpretato dal solista Giuseppe Depalo e quello di Gurn affidato al solista Giuseppe Schiavone.
Foto dal sito operaroma.it