Una città rasa al suolo, una Daenerys impazzita e assetata di vendetta, morti eclatanti e colpi di scena.
Il 5 e penultimo episodio dell’8 stagione del Trono di Spade colpisce e divide i telespettatori. La puntata si attesta come la più coraggiosa di sempre che, ribaltando la psicologia dei personaggi, spiazza il telespettatore.
La recensione della 8×05
Nella puntata precedente, Missandei, fedele amica di Daenerys, era stata giustiziata senza pietà della crudele Cersei. L’ultima parola che pronuncia è un vendicativo ‘Dracarys’ che lascia presagire morte e distruzione ad Approdo del Re.
Il “regista delle battaglie” Miguel Sapochnik questa volta mette tutto in luce a differenza di quanto accaduto in ‘The Long Night’. Nessuna strategia, nessun complotto: con la morte di Varys si spegne ogni intrigo e ogni congiura per lasciare spazio al fuoco e all’Altofuoco, alle lame, ai duelli cruenti e alla morte di migliaia di innocenti sotto la cenere.
Ciò che colpisce è sicuramente il personaggio di Daenerys, la madre dei draghi che non riesce a placare la sua ira: dal lungo esilio del suo casato all’essere nel bersaglio di ogni regnante di Westeros, passando per i suoi due figli draghi trucidati e l’amica decapitata davanti ai suoi occhi.
Danaerys che si è ribellata a un fratello spietato, che ha liberato migliaia di schiavi, che si è autodefinita Regina giusta è svanita diventando il nemico che avrebbe dovuto combattere. La Non Bruciata diventa una volta per tutte la folle, proprio come il padre Aerys pugnalato alle spalle dallo Sterminatore di Re. A cavallo del suo Drogon rade al suolo l’intera Approdo del Re, ignorando il suono delle campane (da qui il titolo della puntata, ‘The Bells’) che indicano che la città si è arresa.
Tyrion osserva agghiacciato da fuori le mura, mentre Ser Davos aiuta le persone a mettersi in salvo e Jon cerca di fermare lo scontro. Ma il Lord Protettore del Nord è costretto a combattere per evitare di essere ucciso.
Nessun faccia a faccia con la regina Cersei, come invece il pubblico si aspettava.
La morte di Cersei era stata annunciata da una profezia: un “Valonquar” (ovvero “un fratello minore”) avrebbe chiuso le mani attorno alla sua gola fino a ucciderla. Quell’ultimo abbraccio nelle cripte tra le macerie segna la fine del rapporto incestuoso tra due amanti fratelli, costretti a nascondersi per tutta la vita. Jaime aveva abbandonato Brienne per salvare Cersei grazie all’aiuto del fratello Tyrion riconoscente per essergli stato accanto e non averlo fatto sentire un mostro. Proprio Tyrion aveva suggerito al fratello di far arrendere la regina organizzando una fuga per mare lontano da Approdo del Re: non avrebbe mai potuto sapere che però, i cunicoli tra le cripte sarebbero diventati delle trappole per i due, scatole senza via d’uscita coperte da ciò che resta della fortezza.
Quanto a Arya e il Mastino li ritroviamo ancora insieme ma per l’ultima volta. Determinata ad uccidera la regina, la piccola e coraggiosa Stark ascolta i consigli del Mastino che le suggerisce di salvarsi. A scontrarsi sono così i due fratelli, il Mastino e la Montagna: in un combattimento senza fine i due finiscono ingoiati dalle fiamme senza alcun vincitore.
Oltre le rovine crolla anche l’ingenua fedeltà di Jon alla sua regina, che è ormai fuori controllo.
Le ultime scene lasciano spazio a cenere e distruzione e all’immagine di una coraggiosa Arya in sella a un cavallo bianco si dirige verso l’ultima ed epica puntata di una serie diventata già un cult.