La Fibromialgia nel nostro Paese colpisce circa 3 milioni di italiani, in netta prevalenza donne, tra i 25 e i 55 anni. Pur essendo stata catalogata ventisei anni fa dalla Dichiarazione di Copenaghen nell’ambito delle ‘malattie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo’ viene spesso definita come la “malattia invisibile” per alcune sue caratteristiche peculiari che ne rendono articolata e complessa la diagnosi.
Domenica 12 maggio è la giornata mondiale della Fibromialgia. La Fibromialgia è una sindrome dolorosa cronica da sensibilizzazione centrale caratterizzata dalla disfunzione dei circuiti neurologici preposti all’elaborazione degli impulsi provenienti dalle afferenze del dolore dalla periferia al cervello. Si manifesta con diversi sintomi dal dolore muscolo scheletrico diffuso all’affaticamento costante, da una rigidità di varie parti del corpo all’insonnia, da continui mal di testa a disfunzioni urinarie ma anche per la scarsa resistenza all’esercizio fisico, l’astenia o l’alterazione della concentrazione. La Fibromialgia è una malattia che progressivamente condiziona e limita le abitudini quotidiane delle persone, nei luoghi di lavoro e in casa, provocando un drastico peggioramento della qualità della vita di chi ne soffre. Pur essendo a tutti gli effetti una malattia invalidante, ciononostante in Italia non è ancora considerata come tale.
Proprio in virtù di sintomi che non appartengono soltanto alla malattia reumatica, la diagnosi della fibromialgia è spesso difficoltosa. Esistono alcuni specifiche parti del corpo, note come tender points, nelle quali una pressione intensa può portare ad un aumento del dolore a cui viene dato un punteggio per ottenere più certezze sulla presenza della patologia. Provare forti fitte almeno in 11 dei 18 tender points con un dolore diffuso che dura almeno tre mesi, può essere fortemente associato alla sindrome fibromialgica. Tuttavia, spesso si richiedono ulteriori analisi volte a escludere altre condizioni prima di essere certi della malattia reumatica.
I punti sono simmetrici su entrambi i lati del corpo:
Ancora oggi, i ricercatori continuano a compiere nuovi studi nella speranza di individuare nuovi percorsi terapeutici per la fibromialgia. Vista la varietà di disturbi creati da questa malattia, i pazienti affetti si rivolgono a più esperti, come reumatologi, neurologi e psicologi. La terapia farmacologica dovrebbe essere infatti affiancata idealmente da esercizio fisico moderato, tecniche di rilassamento e percorsi psicologici volti a affrontare lo stress. Tuttavia, le grandi difficoltà nel trattamento della fibromialgia portano occasionalmente anche all’utilizzo di strade non convenzionali.
La difficoltà diagnostica dà spesso il via a un percorso lungo e costoso e, in assenza di una cura specifica, richiede trattamenti multidisciplinari, farmacologici convenzionali e non convenzionali. L’associazione CFU Italia (Comitato Fibromialigici Uniti), presieduta da Barbara Suzzi, è presente in tutto il territorio nazionale ed è gestita da soli malati. Si batte ormai da tempo affinché, nel pieno rispetto dell’art.32 della nostra Costituzione che tutela salute di tutti i cittadini, anche la Fibromialgia sia inserita nei Livelli essenziali di assistenza (LEA) per ampliare i diritti dei malati e per riconoscere cure, spese mediche ed esami diagnostici al pari delle altre malattie invalidanti. CFU Italia attualmente sta seguendo l’iter del Ddl 299 all’esame del Senato. Domenica 12 maggio in tante città italiane, a partire da Roma, via alla campagna di sensibilizzazione con raccolta firme. In supporto alla sua attività, con un video promozionale della giornata, anche l’attrice Marina Giulia Cavalli, volto noto della televisione e conosciuta dal grande pubblico come Ornella della fiction ‘Un posto al Sole’.