E’ morto Gianni De Michelis, ex ministro degli Esteri e socialista. Fu, infatti un esponente di spicco del Psi di Craxi, di cui è stato a lungo vicesegretario e capogruppo alla Camera. Dall’89 al ’92 De Michelis è stato ministro degli Esteri, firmando tra l’altro i Trattati di Maastricht. Tra gli altri incarichi di governo anche quello di ministro del Lavoro. Nato a Venezia, si è spento all’età di 78 anni.
Morto Gianni De Michelis
Era ricoverato da qualche giorno all’ospedale di Venezia, per il peggioramento delle condizioni generali di salute, l’ex ministro Gianni De Michelis, morto oggi all’età di 78 anni. Lo riferisce Nereo Laroni, ex deputato socialista ed ex sindaco di Venezia. De Michelis non riusciva più ad alimentarsi, ed era stato necessario il ricovero. “Ero stato a trovarlo a casa l’ultima volta una quindicina di giorni fa – ha detto Laroni – e purtroppo non era più cosciente”.
Il ricordo di Bobo Craxi
De Michelis è stato “un eccellente uomo politico e uomo di Stato, un socialista coerente. Per me è un grande dolore la sua scomparsa – ricorda Bobo Craxi all’Adnkronos -. Uno degli uomini più intelligenti della Prima Repubblica, aveva una lungimiranza nella lettura delle vicende politiche, in particolare di natura internazionale. E’ stato, nella vicenda tragica che ha coinvolto il Psi, uno degli uomini più vicini a mio padre”.
“Per me, per tutti quelli della mia generazione, è stato di grandissimo insegnamento – prosegue Craxi -. Ha tenuto in mano la bandiera nel momento in cui sembrava non ci fosse più niente da fare, è stato coraggioso, leale e coerente con il vero ideale della sua vita”. “Mi riempie di tristezza il modo con cui ha finto la sua esistenza, era profondamente segnato dalle vicende degli anni ’90 sul piano fisico, ed era un lavoratore infaticabile e questo certo non ha contribuito alla sua salute”, conclude.
Gianni De Michelis
Nato nel capoluogo veneto il 26 novembre 1940, laureato in Chimica industriale, De Michelis è stato docente universitario. Da ministro degli Esteri ha firmato per l’Italia il Trattato di Maastricht.
La carriera politica di De Michelis inizia nel 1964 quando viene eletto consigliere comunale a Venezia. Successivamente è assessore all’Urbanistica. Cinque anni più tardi entra nella direzione socialistica, diventando poi responsabile dell’organizzazione del partito.
De Michelis ha spesso ricoperto l’incarico di ministro: alle Partecipazioni statali nel secondo governo Cossiga e nell’esecutivo Forlani, riconfermato alla guida dello stesso dicastero nei governi Spadolini e nel quinto governo Fanfani.
Durante i due governi Craxi è ministro del Lavoro e della Previdenza sociale, sotto De Mita è vicepresidente del Consiglio mentre nel sesto governo Andreotti è ministro degli Esteri. Nel 1989, anno della caduta del muro di Berlino, De Michelis definisce l’unificazione tedesca come “la pietra angolare sulla quale costruire il nuovo edificio di un’Europa unita”.
Da ministro degli Esteri, De Michelis affronta l’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq il 2 agosto 1990. L’Onu impone l’embargo economico al Paese invasore e nell’ambito di questa iniziativa l’Italia invia tre navi nel Golfo Persico, cui si aggiungono otto aerei da guerra Tornado e una fregata. Nell’aprile 1991 Andreotti, alla guida del suo settimo governo, riconferma De Michelis alla Farnesina. Sempre alla Farnesina, De Michelis firma per l’Italia il Trattato di Maastricht.