La Mare Jonio entra in acque italiane e approda a Lampedusa ma non da nave libera. La Guardia di Finanza, infatti, sta procedendo ad un “sequestro d’iniziativa”.
La nave di Mediterranea Saving Human giovedì ha salvato 30 migranti su un gommone in avaria al largo delle coste della Libia. Appena superato il limite delle 12 miglia a sud di Lampedusa, fa sapere Mediterranea, due motovedette della Gdf la hanno raggiunta per un “controllo di polizia”.
Da fonti del Viminale si apprende che i militari, dopo esser saliti a bordo, avrebbero rilevato alcune irregolarità e proprio per procedere il sequestro è stato consentito alla nave di entrare nel porto di Lampedusa. L’accusa ipotizzata nei confronti dell’equipaggio è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Mediterranea Saving Human su twitter ha postato un video della nave in movimento scortata da una motovedetta della Guardia di Finanza. “Partita in questo momento Mare Jonio per fare ingresso al porto di Lampedusa – scrive Mediterranea – per completare operazioni di salvataggio con lo sbarco dei naufraghi nel porto sicuro, come prevede la legge”.
“Mi risulta che la nave Jonio non entrerà a Lampedusa da nave libera. Non voglio portare via il lavoro ai magistrati. Io faccio il ministro dell’Interno e garantisco la sicurezza ai cittadini”, ha detto il ministro Matteo Salvini. “Mi risulta che a bordo ci siano stati gli uomini della Finanza e che abbiamo fatto i rilievi del caso – ha aggiunto Salvini – Tutto questo è stato sottoposto all’autorità giudiziaria. Aspetto la soluzione positiva di questa vicenda”.
“Chiediamo l’ingresso in un porto sicuro – scrive la Ong su Twitter – dove sbarcare uomini, donne e bambini”. Nella notte Mediterranea aveva fatto sapere di aver chiesto “al Centro di coordinamento dei soccorsi italiano (MRCC di Roma) un porto sicuro”. Il Viminale ha inoltrato una mail – si legge sul twitter della Ong – “che chiede di fare riferimento alle ‘Autorità Libiche’, quelle di un Paese in guerra dove i diritti umani non esistono”.
Foto da Twitter.