Il tartufo siciliano potrebbe far svoltare l’economica dell’Isola. Abbiamo già parlato dei suoi pregi, che però in pochi conoscono, e lo abbiamo fatto parlandone con degli esperti. Oggi, invece, vogliamo raccontarvi altri aspetti del tartufo siciliano, quelli che riguardano la sfera economica e i ritorni che deriverebbero da un uso consapevole di questo prezioso prodotto.
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Il tartufo siciliano potrebbe far svoltare l’economia dell’Isola
Chiudiamo questo focus dedicato al tartufo siciliano, ahinoi una realtà ancor sconosciuta ai più, focalizzando l’attenzione su quello che il tartufo potrebbe dare all’economia siciliana.
Si sa da diversi anni ormai, l’enogastronomia è uno dei settori maggiormente trainanti dell’economia mondiale, e l’Italia, grazie alle sue innumerevoli eccellenze, è uno dei paesi principali protagonisti in cui in cui il Food&Wine riveste un ruolo importante in termini economici.
L’export di molti prodotti è in costante crescita, e anche la Sicilia, anno dopo anno continua a guadagnare posizioni nel mercato agroalimentare grazie a prodotti di indubbia qualità: basti pensare agli agrumi, al vino, ai formaggi. A questi potrebbe aggiungersi, e speriamo accada presto, anche il tartufo, nobile prodotto della terra, che già in altre parti d’Italia gioca un ruolo fondamentale nell’economia (Alba, Norcia).
Il settore agroalimentare ha un’importante ricaduta sul mercato del turismo, basti pensare quanta gente partecipa annualmente al Vinitaly a Verona, alla fiera internazionale del Tartufo ad Alba e anche al nostro Cous Cous Fest; intorno all’agroalimentare nascono eventi planetari (ricordate l’EXPO di Milano?) e si creano veri e propri parchi tematici, come accaduto con FICO a Bologna.
Ecco, lo sviluppo di un’industria legata al tartufo potrebbe portare in Sicilia anche questo; secondo gli chef Domenico Pipitone e Andrea Davì attorno al tartufo potrebbero nascere nuove occasioni per realizzare fiere di settore, eventi di richiamo in cui inserire dibattiti e show cooking, realizzando quei Foodies Moment che avrebbero un’importante ricaduta economica sul territorio.
L’unicità del prodotto potrebbe muovere annualmente migliaia di appassionati e operatori del settore, pronti ad invadere la nostra isola per degustare ed acquistare il tartufo (guardate quello che succede a Montalcino, paese di 5000 abitanti, patria del celebre Brunello, presso annualmente d’assalto da un numero di eno-appassionati stimato in circa 1,5 milioni di presenze).
Tartufo siciliano, un binomio di cui speriamo di sentir parlare sempre più frequentemente.
Articolo a cura di Alberto Capizzi.