La casa editrice Altaforte (Casapound) esclusa dal Salone del Libro di Torino. La Città di Torino e la Regione Piemonte, soci fondatori del Salone, hanno chiesto alla associazione “Torino, la città del libro”, al Circolo dei lettori e al Comitato di indirizzo del Salone del libro di rescindere il contratto con la casa editrice vicina a Casapound. Gli organizzatori del Salone hanno fatto sapere di non poter far altro che “adeguarsi alla scelta politica”. L’editore di Altaforte ha annunciato di voler far causa.
La richiesta di Comune e Regione di rescindere il contratto con la casa editrice è arrivata “alla luce della situazione che si è venuta a creare”. Secondo il presidente della Regione Piemonte e la sindaca di Torino Chiara Appendino, riporta Ansa.it, la situazione “rende impossibile lo svolgimento della prevista lezione agli studenti di Halina Birenbaum, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti”.
Inoltre le “forti criticità e preoccupazioni espresse dagli espositori in relazione alla presenza e al posizionamento dello stand di Altaforte. E’ necessario tutelare il Salone del libro, la sua immagine, la sua impronta democratica e il sereno svolgimento di una manifestazione seguita da molte decine di migliaia di persone”. La risposta di Francesco Polacchi, editore di Altaforte, è immediata: “È una richiesta assurda, abbiamo pagato lo stand e siamo giustamente al Salone del Libro. Se dovessero rescindere il contratto, faremo causa. E, ovviamente, la vinceremo. Non so perché è stata fatta questa richiesta – afferma – Non siamo né razzisti né antisemiti e vogliamo confrontarci con gli altri”.
“Domani Halina Birenbaum farà una lectio inaugurale proprio per segnare da che parte stiamo. La sua assenza sarebbe stata uno sfregio per l’evento e per Torino”. Così il direttore artistico del Salone del Libro, Nicola Lagioia ha commentato la decisione di Comune di Torino e Regione Piemonte di estromettere dalla kermesse Altaforte, la casa editrice vicina a Casapound. “Ci è stato chiesto di fare una scelta di campo, perché non era possibile far convivere due mondi tanto distanti tra loro. E noi abbiamo deciso di tutelare la nostra storia. È una scelta di campo – dice la sindaca di Torino, Chiara Appendino – Era inimmaginabile – sottolinea la prima cittadina – avere una testimone della storia come Halina Birenbaum fuori dal Salone e Alforte dentro…”.