Sarà il 25 aprile della discordia. Quantomeno per la politica italiana che continua a dividersi sulle celebrazioni della festa della Liberazione. “Siamo figli di chi ha dato la vita per garantirci libertà e democrazia – ha detto Salvini – ma ognuno la celebra dove vuole e io vengo pagato per combattere e liberare l’Italia dalla mafia“. Parole “criticate” anche dagli alleati del M5S. Il ministro dell’Interno si è infatti recato a Corleone per un’iniziativa contro la mafia. Salvini nei giorni scorsi aveva definito le celebrazioni della Liberazione come una “festa da comunisti”.
“Il 25 Aprile è dedicato al ricordo esclusivo della Liberazione dal nazifascismo. Tutte le altre pretese di liberazione, tutte le altre giuste e meritorie cause, vanno affrontate in altre sedi e non in questa ricorrenza” ha però ricordato Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei).
Un messaggio condiviso anche dal Capo dello Stato Sergio Mattarella: “Contro interessate riscritture della Storia” occorre ribadire che la Resistenza e la Liberazione dal nazi-fascismo rappresentano per l’Italia “un nuovo Risorgimento”. Così il presidente della Repubblica durante la cerimonia al Quirinale con le Associazioni combattentistiche e d’Arma. Rivolgendosi alle Associazioni presenti le ha definite “un argine alla verità e un monito permanente contro interessate riscritture della Storia, particolarmente in una fase di trasformazione del rapporto tra informazione e pubblica opinione”.
Mattarella ha poi ricordato come alla Resistenza abbiano preso parte non solo partigiani comunisti, ma anche i soldati italiani, partigiani di altre idee politiche, perfino sacerdoti: “Con essa la nostra Nazione ha ritrovato la dignità, davvero è stato un nuovo Risorgimento”. Insomma una festa di “tutti gli italiani” ha concluso; quasi un auspicio che le celebrazioni a Porta San Paolo a Roma quest’anno possano vedere la presenza delle Comunità ebraiche, che l’anno scorso celebrarono la festa per conto proprio ricordando la Brigata ebraica, dopo alcuni attacchi antisemiti. Un ricordo che ci sarà anche al Cimitero degli Inglesi, a due passi da Porta San Paolo dove però potrebbe esserci un momento unitario con l’Anpi.
E proprio con la Comunità ebraica, a Roma, ci saranno molti esponenti del M5S: il ministro della Difesa Trenta, il Guardasigilli Bonafede e il vicepremier Di Maio. Il capogruppo Dem Graziano Delrio ha ammonito Salvini e Di Maio “a tenere fuori il 25 Aprile dalla loro rissa. La Liberazione è una festa di tutti”. “Non esiste nessun derby – ha detto Carlo Smuraglia, presidente onorario dell’Anpi – l’unica contrapposizione è tra democratici che credono nella Costituzione e chi in altri valori”.
“Da Milano alla Sicilia – ha detto il segretario Dem Zingaretti – è opportuno che tutti tengano le orecchie aperte e siano per le strade a ricordare che la storia non si ripropone mai nelle stesse forme però ritorna”. Diretto anche il segretario della Cgil Maurizio Landini: “Il 25 Aprile è la festa di tutti gli italiani, anche di Salvini, che può girare e dire le cose che dice grazie alla Resistenza e alla Liberazione. Se non lo festeggia, fa una cosa grave contro il Paese e la sua storia”. Sia Zingaretti che Landini saranno al corteo di Milano dove sono attese 50mila persone. Con loro anche il sindaco Giuseppe Sala.