Scatta un nuovo duello politico sul “Salva Roma” e Matteo Salvini chiarisce ancora una volta la sua posizione. “Regali a qualcuno non ne facciamo. Non ci può essere un intervento salva-Raggi quando ci sono tanti comuni italiani in difficoltà e che hanno bisogno. O si aiutano tutti oppure non ci sono cittadini di serie A o di serie B, così come non ci sono sindaci di Serie A e di Serie B”. Così il vicepremier al Giornale radio Rai (Radio1).
La tensione che si è creata all’interno dell’esecutivo ha fatto pensare ad una caduta del governo. Ancora una volta, però, il vicepremier della Lega sottolinea le intenzioni del suo partito. “No, no, abbiamo troppe cose da fare quindi figuriamoci se la Lega abbia voglia di far saltare tutto questo”. Così il vicepremier Matteo Salvini al Giornale radio Rai (Radio1).
Nuovo duello sul ‘Salva Roma’
Dopo un passaggio “formale” al Consiglio dei ministri, il decreto legge crescita dovrebbe andare al voto ed essere poi pubblicato in Gazzetta ufficiale entro fine mese. Lo ha affermato qualche giorno fa lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Il dl contiene anche il provvedimento “Salva Roma” e la tensione nel governo gialloverde sale.
A smuovere le acque è il vicepremier della Lega, Matteo Salvini. Negli ultimi giorni, infatti, i suoi scontri con il sindaco di Roma, Virginia Raggi, sono stati molto frequenti, e il M5S non è rimasto a guardare. “Nessuna norma salva Raggi. Non esistono comuni di serie A e serie B. O si aiutano tutti i comuni e i sindaci in difficoltà o nessuno. La Lega non vota norme che creano disparità. Bene il decreto crescita con le misure per i risparmiatori truffati, per abbassare le tasse alle imprese, riduzione della burocrazia per gli enti territoriali”, è la posizione della Lega.
Per la Lega, quindi, la legge è uguale per tutti i Comuni. “Se in tanti hanno dei problemi aiutiamo tutti quelli che hanno dei problemi”, aveva già chiarito da Pinzolo per una manifestazione della Lega il vicepremier Matteo Salvini secondo il quale “non ci sono quelli più belli e quelli più brutti, anche perché a Roma mi sembra che ci sia un sindaco che non ha il controllo della città”.
Sulla questione interviene anche il ministro P.a. Giulia Bongiorno. “Qualsiasi norma che vada ad aiutare un Comune va benissimo – dice intervistata ad ‘Agorà’ su Rai Tre -, io ho Roma particolarmente nel cuore, ma dobbiamo tenere in considerazione il fatto che esistono altri Comuni: l’idea è fare in modo che altri Comuni, che abbiano delle necessità, siano presi in considerazione”. Riguardo al Cdm “il dibattito di oggi deve portare a una sintesi tra le esigenze di Roma e quelle di altri Comuni”, con “norme anche per altri”. Alla domanda se la misura uscirà dal Cdm, replica: “vediamo”.
Scontri Lega-M5S
Il botta e risposta tra Lega e M5S va avanti ormai da giorni. I pentastellati chiariscono che si tratta non di un “salva Roma” ma di un “salva Italia”. Fanno inoltre presente che eliminare questa norma, che è a costo zero per lo Stato, significa fare un torto non al Movimento 5 Stelle, ma a tutti gli italiani.
Il messaggio del M5S è chiaro: ”Sul cosiddetto salva Roma la Lega forse non ha capito di cosa si tratta, visto che parliamo della chiusura di un commissariamento a costo zero che permetterà ai romani di non pagare più gli interessi su un debito vecchio di 20 anni che creò proprio il centrodestra con Berlusconi al governo. Piuttosto la Lega pensi a Siri e alle indagini sui fondi che riguardano anche il loro tesoriere, invece di fare di tutto per nasconderlo”.
Da mesi ormai il ministro Salvini non perde occasione per attaccare il sindaco di Roma, Virginia Raggi, per la gestione della città. Lo scambio di frecciatine fra i due ha reso ancora più teso il clima tra i due maggiori partiti al governo.
La questione della Raggi ha trascinato con sé anche gli scontri sul caso di Armando Siri, il sottosegretario leghista ai Trasporti, indagato per corruzione. Il Movimento infatti sostiene che si debba dimettere.
Sulla Capitale ha provato anche a mediare il viceministro dell’Economia, Laura Castelli: ”Voglio rassicurare il ministro Salvini, non c’è nessun ‘Salva Roma’, dalla lettura della norma, peraltro non replicabile, si comprende che così viene chiusa l’operazione voluta dal governo Berlusconi nel 2008, con un considerevole risparmio per lo Stato e per i cittadini”. “Non c’è sempre bisogno di un nemico, perché – aggiunge – in questo caso non c’è un nemico. I Comuni vanno salvati tutti, perché così si salvano i servizi ai cittadini, l’ho detto anche nei giorni scorsi e lo confermo. Anche con quelli capoluogo di Città metropolitana, nei giorni scorsi, abbiamo avviato un dialogo proficuo”. “I problemi delle amministrazioni sono diversi, e le soluzioni da adottare sono differenti”, sottolinea.