Bufera all’interno del Governo. Lega e Movimento 5 Stelle sono di nuovo ai ferri corti. “Se quanto riportato dal Corriere della Sera corrispondesse al vero circa l’assunzione di Federico Arata, figlio dell’imprenditore-faccendiere Paolo, da parte del sottosegretario Giancarlo Giorgetti a Palazzo Chigi, ci troveremmo di fronte a un vero e proprio caso“. Lo afferma in una nota il Movimento 5 Stelle e chiede spiegazioni a Matteo Salvini. Secondo quanto riporta Corriere.it, Federico Arata sarebbe stato assunto dal sottosegretario della Lega Giorgetti presso il Dipartimento programmazione economica e il suo contratto registrato dalla Corte dei Conti. Paolo Arata è indagato insieme ad Armando Siri, in una inchiesta per corruzione.
I 5 Stelle insorgono contro la Lega di fronte a tale situazione. “La domanda che, per una questione di opportunità politica, ci poniamo, è se Salvini fosse a conoscenza di tutto questo“, proseguono in una nota. “Ci auguriamo e confidiamo che il leader della Lega sappia fornire quanto prima elementi utili a chiarire ogni aspetto. Non solo al M5S, con cui condivide un impegno attraverso il contratto di governo, ma anche ai cittadini”, aggiungono.
Anche l’opposizione attacca il Governo. “Dopo le recenti rivelazioni della stampa secondo la quale il figlio dell’imprenditore Arata, quest’ultimo indagato insieme al sottosegretario Siri, sarebbe stato assunto recentemente dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giorgetti, il Presidente Conte non può nascondersi e ha il dovere di presentarsi in Parlamento per chiarire una vicenda che getta inquietanti ombre sul Governo. Le ipotesi di indagine della Magistratura sono gravissime e impongono al Governo di fare chiarezza”. Lo sottolieano fonti Pd.
Dalla Lega non tarda ad arrivare una risposta. “Parlamentari e ministri della Lega continuano a lavorare anche in questi giorni di festa. Non rispondono a polemiche e insulti che si sgonfieranno nell’arco di qualche ora. Federico Arata è persona preparata.”. Lo fonti qualificate della Lega con una nota.
L’ultima querelle tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini è partita dalla minaccia di una crisi paventata dai leghisti, dopo le vicende di Siri e Raggi, che vedono Lega e M5S su fronti opposti. Di Maio considera grave l’atteggiamento di Salvini che minaccia crisi e contatta Berlusconi.
“Anche oggi – ha accusato il vicepremier pentastellato su Facebook – la Lega minaccia di far cadere il governo. Lo aveva già fatto con la Tav. Sembra ci siano persino contatti in corso con Berlusconi per fare un altro esecutivo. Sono pieni i giornali di queste ricostruzioni e lo trovo gravissimo. Sono davvero sbalordito”. “L’Italia – ha scritto ancora Di Maio – non è mica un gioco, l’Italia siamo noi e milioni di famiglie in difficoltà che vogliono un segnale. L’Italia non è un trofeo e trovo gravissimo che la Lega con così tanta superficialità ogni volta che gli gira minacci di far cadere il governo“.
A parere di Di Maio, quella della Lega contro la Raggi è stata “una vera e propria sceneggiata mediatica“. “La legalità, l’etica, la questione morale in politica hanno anche un prezzo, a volte, e un peso. Noi questo peso sappiamo sostenerlo. Noi questi valori li abbiamo sempre difesi. E continueremo a farlo. A testa alta e con orgoglio”, ha aggiunto il vicepremier pentastellato.
In merito ad inchieste giudiziarie, poi, Di Maio è pronto ad attaccare il neo-segretario del Pd. “A pochi giorni dallo scandalo sulla Sanità che ha travolto il Pd in Umbria, ho avuto la fortuna di ascoltare Zingaretti dire che quando un politico è indagato, deve dare delle spiegazioni ai cittadini”, ha precisato Di Maio. “Sono più che d’accordo, peccato però che ancora stiamo aspettando le sue di spiegazioni”, ha aggiunto.
Pronta immediatamente la replica di Matteo Salvini che liquida le accuse di Di Maio come assolutamente irreali: “Macchè crisi di governo! La Lega vuole solo governare bene e a lungo nell’interesse degli italiani”. “La crisi di governo è solo nella testa di Di Maio che farebbe bene a non parlare di porti aperti per gli immigrati e a controllare che il reddito di cittadinanza non finisca a furbetti, delinquenti ed ex terroristi”, ha detto.
Nato a Genova nel 1985, Federico Arata nel suo curriculum – diffuso dalla Lega – dichiara di lavorare tra Londra e Zurigo. Ha frequentato il liceo Chateaubriand di Roma, poi la Luiss e ha conseguito master a Parigi, Londra e Torino. Parla quattro lingue e capisce l’Urdu. Racconta di aver viaggiato in 123 Paesi, di amare l’alpinismo, le immersioni e la fotografia. Quanto alle esperienze di lavoro, è attualmente impiegato nella Sturgeon Capital, società di investimenti che opera tra Londra e il Pakistan. Ha lavorato per Credit Suisse, con focus sull’Arabia Saudita, per Alzahid Group, Nomura (ex Lehman Brothers e Bnp Paribas).